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Roma Pride, "travestito da Cristo Lgbt". Polemica sul corteo, Giorgia Meloni: "Insulto ai fedeli"

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Bandiera arcobaleno che sventola insieme a stimmate colorate al Pride 2021. Al corteo di Roma partito dall'Esquilino nel giorno della manifestazione nazionale sfila anche il "Cristo Lgbt" e la polemica esplode subito. In concomitanza con il momento più delicato del dibattito sul ddl Zan in piazza, sabato 26 giugno, in migliaia vogliono far sentire la loro voce a sostegno della legge contro l'omofobia ma la manifestazione assume fin dall'inizio pieghe estreme con il ragazzo travestito da Cristo Lgbt e i cori minacciosi.

Insulti gravi che scatenano la polemica e sui social la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni denuncia: "Leggo che il corteo del Roma Pride è aperto da un ragazzo travestito da Cristo Lgbt, con stimmate colorate e bandiera arcobaleno. Per quanto mi interroghi, non riesco a trovare una risposta a questa domanda: che bisogno c’è di mancare di rispetto a milioni di fedeli per sostenere le proprie tesi?". E aggiunge: "Come si concilia la lotta alle discriminazioni, alla violenza e all’odio con i cori di insulti e minacce contro chi non è d’accordo con il ddl Zan? Se sei convinto delle tue idee e delle tue posizioni, non hai bisogno di insultare nessuno. Io la penso così. Qualcun altro evidentemente no", conclude la Meloni. 

Dopo l'intervento del Vaticano dei giorni scorsi, che ha chiesto al Governo italiano di rivedere la legge, si sono alzate tante voci in dissenso in tutto l'arco politico, mentre dal centrodestra l'invito è a tenere in considerazione le osservazioni che arrivano da oltre Tevere, dove si ritiene che alcune parti del ddl violino il Concordato. 

A Roma in piazza anche la senatrice Monica Cirinnà, responsabile Diritti del Pd: "Oggi torno in piazza, a Roma, per il Pride, e con il cuore ad Ancona, Faenza, L'Aquila, Martina Franca e Milano. Assieme a tantissime persone che, con i loro corpi, gridano una presenza che è fisica e politica al tempo stesso. E una sola parola: diritti, senza aggettivi. Perché i diritti sono la vita delle persone". E dal Pd il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, è stato tranchant: il testo "va approvato così com'è".

I distinguo sono arrivati da Italia Viva: "Noi pensiamo che il disegno di legge vada approvato ma il Parlamento è il luogo del dialogo e spero si trovino dei punti di convergenza tra parlamentari diversi", ha spiegato la senatrice Annamaria Parente

E da Forza Italia, Maurizio Gasparri ha sottolineato: "Il confronto è doveroso e inevitabile. È doveroso perché il Parlamento ha due rami e il Senato ha tutto il diritto di dire la sua su una legge importante. È necessario perché l'articolo 1 sull'auto dichiarazione di appartenenza di genere è più importante di un articolo della Costituzione e non può essere varato senza un approfondito esame e senza riflettere sulle sue devastanti ricadute sulla società e sulla stessa antropologia umana. L'articolo 4 sui reati di opinione va approfondito alla luce dei dubbi espressi da tanti giuristi. L'articolo 7 poi deve essere necessariamente rivisto. Non si possono esporre i bambini di sei o sette anni a predicazioni di associazioni ammesse nelle scuole per un'opera di pura propaganda unilaterale".

 

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