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Silvio Berlusconi insiste: partito unico. Matteo Salvini rilancia la federazione, gelo da Fratelli d'Italia

Luigi Frasca
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Un partito unico per il centrodestra italiano, non una federazione ma un soggetto autonomo e nuovo, che abbia valori chiari, a partire dall’atlantismo e dall’europeismo, e che abbia come riferimento il partito repubblicano statunitense. È la proposta lanciata a chiare lettere da Silvio Berlusconi agli alleati Matteo Salvini e Giorgia Meloni nel suo intervento telefonico all’evento organizzato da Forza Italia «Italia, ci siamo» a Castione della Presolana, nella Bergamasca. «Il nostro compito è quello di costruire un "partito repubblicano" sul modello americano, nel quale il centro e la destra democratica si trovino insieme per governare il Paese», dice il leader forzista per cui il partito unico è la «condizione indispensabile - non meno dei provvedimenti economici - perché l’Italia possa davvero ripartire». Da qui la necessità di un «duplice appello ai nostri amici del centrodestra» per costruire entro il 2023 «quel partito unico che rappresenti la maggioranza degli italiani e che dia stabilità al governo del centrodestra».

 

 

La telefonata del Cavaliere chiude una tre giorni in presenza che il partito ha organizzato nelle valli bergamasche e che ha visto molti big dal vivo o in video collegamento, dal vice Antonio Tajani, ai ministri azzurri Gelmini, Carfagna e Brunetta, con il coordinamento del «padrone di casa» Massimiliano Salini, commissario FI in Lombardia. Dopo aver smentito le voci di una «discesa in campo» dei figli e aver rassicurato sulle sue condizioni di salute - tanto da promettere di tornare «presto» in vista della campagna elettorale per le amministrative - Berlusconi chiarisce la sua visione del futuro: non una «fusione a freddo», citando la definizione di Massimo D’Alema per l’allora nascente Pd, ma «un centrodestra orgogliosamente italiano, ma anche orgogliosamente europeo e occidentale, nel quale ognuno porti la sua identità». Il progetto deve vedere però Forza Italia «al centro», come ribadito da Gelmini dal palco dell’evento: ora, chiarisce la ministra, «devono dire sì gli alleati» e decidere cosa fare, senza «tirare la giacca a Berlusconi».

Le parole del Cavaliere sembrano aver sortito un primo effetto: ieri sera ad Arcore il leader leghista ha cenato con il Cav in presenza come non accadeva da tempo. Durante l’incontro - spiegano fonti leghiste - Salvini ha sfruttato l’occasione per fare con Berlusconi il punto sulle riforme. Il segretario del Carroccio ha parlato con il presidente di Forza Italia anche della «necessità di togliere l’obbligo di mascherina all’aperto», richiesta che il leader della Lega ha evidenziato pochi giorni fa al presidente del Consiglio, Mario Draghi. I due leader si sono confrontati anche sul futuro del centrodestra. «Per Salvini non si può immaginare una fusione a freddo tra partiti, il primo passo da fare sarà quello della federazione per rendere ancora più efficace l’azione del centrodestra al governo», segnalano le fonti leghiste.

 

 

Da Coraggio Italia però il governatore della Liguria, Giovanni Toti, chiude la porta al partito unico: «Oggi qualcuno applaude al partito unico per salvare la propria posizione barcollante». D’altronde, «anche oggi ritengo poche siano le chance di successo, perché, al netto di una accettazione di maniera, nella sostanza si opporranno quelle stesse classi dirigenti che lo bocciarono» in passato. Nessun commento ufficiale ieri da Fratelli d’Italia. Non è un mistero tuttavia che Giorgia Meloni e i vertici del suo partito, in grande ascesa nei sondaggi, siano scettici, se non contrari all’idea di dare vita a una federazione (proposta da Salvini) o addirittura al partito unico proposto dal Cav. Del resto, quando ancora esisteva il Pdl, fu proprio la Meloni nel 2012 a uscirvi per dare vita a FdI. Sta di fatto che, comunque, i colloqui, tra Berlusconi e Salvini, assicurano da Forza Italia, non si sono mai fermati anche perché, prima del futuro ipotetico del centrodestra, c’è il presente che bussa alla porta. «Berlusconi e Salvini si sono sentiti già ieri (sabato ndr.), non solo sul centrodestra ma hanno fatto un po’ il punto su Milano ma credo che si dovranno ancora risentire», conferma Licia Ronzulli, responsabile FI per i rapporti di coalizione a margine dell’evento nella bergamasca.

I tempi dunque per avere il nome dello sfidante di Beppe Sala (con Oscar di Montagny dato come più papabile) potrebbero essere brevi. Come confermato dal coordinatore regionale azzurro Salini, venerdì alle 18 Forza Italia aprirà la campagna elettorale su Milano, insieme a Cristina Rossello, commissaria cittadina del capoluogo lombardo, da Palazzo delle Stelline. All’evento potrebbe essere presente anche il candidato individuato dal centrodestra: non mancherà, assicurano da Forza Italia, anche l’intervento telefonico dello stesso Berlusconi.

 

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