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Via dal primo luglio, forse dal 5. Il ballo delle mascherine: il governo e il Cts non decidono

Gianni Di Capua
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L'ultimo tema che infiamma il dibattito sulla pandemia da Covid è quello delle mascherine. C'è chi come il centrodestra chiede a Draghi di eliminare da subito l'obbligo e chi come il Pd, appoggiato da molti virologi insiste invece per aspettare ancora e «sposare» la linea della prudenza. In mezzo c'il il sottosegretario Pierpaolo Sileri che fissa una data, quella di luglio.

 

«Tempo fa ha spiegato intervenendo alla trasmissione "L'Italia s' è de sta", su Radio Cusano Campus - ho detto che mascherina all'aperto avremo potuto metterla nel taschino quando saremo arrivati a metà della popolazione vaccinata, ora ci siamo. Dai primi di luglio sarebbe opportuno far cadere l'obbligo». Matteo Salvini invece insiste per eliminare da subito l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto. Il leader della Lega ha affrontato il tema nel corso del faccia a faccia con il premier a palazzo Chigi. «Spero che anche l'Italia nel giro di poche ore o pochi giorni possa fare come hanno già fatto altri Paesi. La speranza, anzi la richiesta e proposta è che nei prossimi giorni le mascherine all'aperto siano un lontano ricordo», dice, mostrandosi fiducioso con i suoi circa una apertura dell'ex presidente Bce sulla possibilità di anticipare lo stop a prima del 15 luglio.

 

Dopo il colloquio con Draghi Salvini tira il freno, invece, sulla proroga dello stato d'emergenza. «Ne riparleremo a fine luglio ma mi pare che la situazione sia tornata sotto controllo», si limita a dire dopo aver usato toni ben più battaglieri («Il commissario Figliuolo contiamo che per fine luglio abbia assolto al suo compito, il Cts può rimanere in stand by e non è che dobbiamo avere un Cts per sempre») sino a poche ore prima. Il leader del Carroccio ha ancora una volta l'esigenza di «coprirsi» sul fronte aperturista rispetto a Giorgia Meloni, che da giorni chiede lo stop delle misure straordinarie, ma pare abbozzare rispetto alla volontà del capo del Governo di mantenere in piedi la struttura commissariale e gli strumenti normativi permessi dallo stato d'emergenza oltre il 31 luglio.

 

Di mascherine e stato d'emergenza non si è parlato nel Consiglio dei ministri convocato nel pomeriggio per approvare il decreto per il rafforzamento del ministero della Transizione ecologica per la realizzazione del Pnrr e il fondo compensativo da 92 milioni per lo sviluppo rurale. Le nuove polemiche, in ogni caso, riaccendono lo scontro tra alleati. Sono i Dem, questa volta, a schierarsi al fianco del premier. «Il Pd è con Mario Draghi sulla gestione della pandemia, e non servono fughe in avanti o sparate a casaccio. Lo stato di emergenza non è un golpe strisciante chiarisce Enrico Borghi - ma l'impianto giuridico per l'azione di vaccinazione e profilassi contro il Covid». «Lo stato d'emergenza non deve essere oggetto di un congresso - gli fa eco Andrea Orlando - Quando i numeri ci diranno che si è stabilizzato questo risultato discuteremo di come superare lo stato di emergenza. Non deve venire da un partito politico deve essere un dato oggettivo».

Allineati alla posizione del premier anche Italia Viva e MSS: «Togliere la mascherina all'aperto a partire da questa estate è l'obiettivo del governo, ed è vicino - assicura su Facebook Luigi Di Maio È da mesi che aspettiamo questo momento e adesso che i numeri ci dicono che stiamo superando la crisi sanitaria bisogna accelerare». Intanto però neppure oggi il Cts, che farà il consueto punto settimanale sula situazione della pandemia in Italia, affronterà il tema delle mascherine. 

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