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Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni conquista pure il sindaco di Verona

Carlo Solimene
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Ci sono «acquisizioni» politiche che assumono un significato particolare. E il passaggio del sindaco di Verona Federico Sboarina in Fratelli d'Italia sicuramente tra queste. Per il momento politico in cui avviene - con il partito di Giorgia Meloni ormai a un passo nei sondaggi dalla Lega di Matteo Salvini - e per le latitudini. Perché Verona non è una città qualsiasi. È il capoluogo dove il leghista Flavio Tosi ha governato incontrastatamente per dieci anni. Ma è anche il Comune in cui, andando contro lo stesso Tosi, Matteo Salvini ha dimostrato di essere il padrone del suo partito anche in Veneto. Era il 2017, Tosi - ormai in guerra con Salvini e al termine del secondo mandato schierò la compagna Patrizia Bisinella. Salvini gli contrappose, per l'appunto, Sboarina, un ... I sondaggi che crescono e la dimensione nazionalpopolare della leadership di Giorgia Meloni. Due ingredienti che fanno di Fratelli d'Italia un forte polo attrattivo per esponenti di altri partiti, a tutti i livelli istituzionali.

Così, l'adesione del sindaco di Verona Sboarin è solo l'ultimo capitolo di una serie che, dalla seconda metà dello scorso anno sino agli ultimi mesi, ha visto molti approdi. A partire dal Parlamento, dove, negli ultimi tempi, tre ex eletti del Movimento 5 Stelle hanno scelto passato in Alleanza nazionale ma ormai con un profilo civico, e vinse al ballottaggio. Oggi quello stesso Sboarina, pur spendendo parole al miele per Salvini - «lo devo ringraziare. Non c'è una volta in questi 4 anni che non abbia trovato in lui una persona vicina, che non mi abbia ascoltato» - decide di continuare a fare politica (e, presumibilmente, di candidarsi l'anno prossimo per un secondo mandato) con Fratelli d'Italia. A sottolineare quanto pesi questo «acquisto» è stata anche la decisione della Meloni di volare a Verona per celebrarlo.

«Per Sboarina è un ritorno a casa. Sono estremamente fiera della scelta di Federico di aderire a livello nazionale a Fdi, anche perché il lavoro fatto in questi anni a Verona è un lavoro straordinario» ha detto la leader. «Fratelli d'Italia - ha continuato - vanta oggi la miglior classe dirigente rispetto a tutti gli altri partiti del Parlamento. Dovendo sudarci tutto, ogni singolo passo in avanti ha aggiunto - non potevamo permetterci di candidare personaggi che non avevano nulla a che fare con la politica ma che rappresentavano solo se stessi. Noi abbiano bisogno del radicamento e se oggi Fratelli d'Italia con il 5% dei rappresentanti in Parlamento rie sce a fare opposizione senza bucare nemmeno una materia perché abbiamo una classe dirigente che prima di arrivare lì ha maturato esperienze importanti e qualificanti ad ogni livello».

L'arrivo di Sboarina è, peraltro, coerente con la crescita del partito nei sondaggi. Nel 2017, alle Comunali di Verona, Fratelli d'Italia si era fermata al 2,72% dei voti. Tre anni dopo, alle Regionali in Veneto, il partito della Meloni sfiorava già il 10%. Nella sola Verona, però, la percentuale si innalzava fino al 17. «Questa decisione - ha chiarito Sboarina - ha anche una fondamento personale, non solo una scelta politica. La mia storia politica è di destra, ho sempre militato nella destra, ho sostenuto una coalizione di centrodestra ma io sono di destra, non ho mai nascosto il mio identikit. Quella è la mia parte politica, dove sono cresciuto, dove ho militato prima da consigliere comunale, poi da assessore. Nell'ultimo anno si è saldata la mia convinzione. Aderisco ad un partito come Fratelli d'Italia in cui mi sono sempre riconosciuto, è la famiglia che mi sento di appartenere, qui ci sono persone con i quali sono cresciuto. È una scelta più di vita che politica».

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