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Giorgia Meloni smaschera il ministro Speranza: resi pubblici i documenti segreti della task force sul Covid

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Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia hanno mandato al tappeto il ministro della Salute Roberto Speranza. Come stabilito dal Tar del Lazio con una sentenza dello scorso 7 maggio in cui era stato accolto il ricorso del deputato di FdI Galeazzo Bignami a cui era stato negato l’accesso agli atti, ora il ministero ha pubblicato i verbali della task force Covid del Governo relativi al periodo che va tra il 22 gennaio e il 21 febbraio, ovvero i giorni in cui il coronavirus si è diffuso per la prima volta in Italia. “Si tratta di una vittoria dei principi di verità e di trasparenza sulle omissioni e sui segreti del ministero della Salute. Finalmente i cittadini potranno farsi direttamente un’idea di come l’Italia è stata preparata ad affrontare la pandemia. Per questo motivo da oggi sul sito www.fratelli-italia.it sarà possibile consultarli” recita la nota del partito.

 

 

Esulta anche la stessa Meloni con un post su Facebook: “Vittoria! Speranza costretto da un giudice a consegnarci tutti i verbali, tenuti nascosti, della task force sul Covid. Per trasparenza e per rendere tutti gli italiani partecipi di questa vittoria, abbiamo deciso di rendere disponibili e consultabili i verbali”. 

 

 

“Le dichiarazioni di Sileri sui verbali della task force da un lato sorprendono, dall’altro sconcertano. Sorprendono perché se quei verbali non contengono nulla di significativo, ci chiediamo per quale motivo il suo Ministero si è opposto alla loro diffusione costringendo Fratelli d’Italia ad una dura e lunga battaglia giudiziale per consentire a tutti gli italiani di conoscerne il contenuto. Sconcertano perché se, come sostiene, non sono completi, dovrebbe dire cosa manca e spiegare i tanti errori che sono stati compiuti nella fase iniziale e che dalla lettura di quei verbali emergono nella loro evidenza” la sottolineatura di Bignami, che ha voluto così rispondere a Sileri che aveva detto: “Si tratta di paginette raccolte non so da chi, resoconti sciatti, documenti in cui c’è scritto ben poco delle conversazioni che furono fatte in quelle riunioni”.

 

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