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M5S-Casaleggio, guerra a 5 stelle: imbarazzante sceneggiata di Crimi, prepotenza contro la democrazia

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Continuano a volare gli stracci tra il Movimento 5 Stelle e l’associazione Rousseau di Davide Casaleggio. L’associazione guidata dal figlio di Gianroberto, fondatore del Movimento, ha replicato duramente alle accuse dei grillini: “In riferimento alle dichiarazioni del MoVimento 5 Stelle - si legge in una nota diramata in serata - si precisa che oggi pomeriggio si è verificata una imbarazzante sceneggiata messa in atto da parte dell’ex reggente Vito Crimi insieme al Tesoriere Claudio Cominardi che hanno inviato tre persone presso la sede dell’Associazione Rousseau per ‘requisire’ i dati degli iscritti del MoVimento 5 Stelle. A suonare il campanello i tre emissari avranno trovato ad attenderli un ufficio vuoto dal momento che, come risaputo, i dipendenti di Rousseau sono in cassa integrazione a causa proprio di due decisioni di Vito Crimi, e di chi ha agito al suo fianco, ossia di sospendere il pagamento dei servizi che vengono erogati dall’Associazione Rousseau al MoVimento 5 Stelle e di non procedere neanche al pagamento del pregresso ed ingente debito che il MoVimento ha nei confronti dell’Associazione Rousseau”. 

 

 

“Questa immagine che, si muove tra l’assurdo e il ridicolo - attacca ancora l’associazione Rousseau - racconta plasticamente la gestione degli ultimi 15 mesi in cui ha agito il MoVimento 5 Stelle attraverso una guida non eletta democraticamente. Dare vita a un ‘blitz’, dalla sera alla mattina, per ottenere a forza la proprietà dei dati degli iscritti senza il loro consenso rappresenta per noi una forzatura inaccettabile da qualunque punto di vista tanto giuridico quanto etico. Sulla modalità, estemporanea e superficiale di procedere, è doveroso fare alcune precisazioni - prosegue l’associazione di Casaleggio -. I dati degli iscritti del MoVimento 5 Stelle non corrispondono ad una risma di fogli o un pacco postale che un gruppo di persone può venire a ritirare dalla sera alla mattina con procedure superficiali e non costruite con tempi e professionalità sufficienti. Questa richiesta si basa su un presupposto che deve essere ancora chiarito ossia quale sia la persona legittimata alla rappresentanza legale ed all’amministrazione del MoVimento 5 Stelle, essendo pervenute da parte di 2 persone differenti (l’ex reggente Vito Crimi e il curatore nominato dal Tribunale di Cagliari Avv. Silvio De Murtas) le richieste di trasferimento dei dati personali degli iscritti dalla Piattaforma Rousseau in altro luogo”

 

 

“L’operazione che gli asseriti rappresentanti del Movimento 5 stelle vogliono porre in essere - attacca ancora la nota arrivata da Rousseau - è un vero e proprio atto di forza che non tiene conto della volontà degli iscritti ai quali non viene chiesta alcuna autorizzazione e dai quali non si dice chi sia il destinatario dei dati, né quali saranno le politiche di gestione di tali dati. Inoltre, l’operazione nella modalità in cui viene richiesta, ossia chiedendo di consegnare i dati e non di trasferirli ad un’altra piattaforma già attiva, significherebbe chiudere i dati in un cassetto comportando una grave interruzione dei diritti degli interessati in ambito privacy (quali il diritto di accesso, alla rettifica, alla cancellazione e ogni altro diritto stabilito dalla legge) e questo impedirebbe l’esercizio dell’attività associativa, che deve essere invece garantita da Statuto, sia agli iscritti che agli eletti al MoVimento 5 Stelle”. 

“Per fare qualche esempio - spiegano dalla Piattaforma, ormai ex partner del M5S - e si consegnassero i dati con le modalità richieste dall’ex reggente, gli iscritti non potrebbero rinnovare la loro iscrizione annuale e ciò determinerebbe la possibile decadenza dell’iscrizione e la perdita del loro diritto di voto; sarebbe impedito a chi ha avviato un’iscrizione 6 mesi fa di poter caricare la documentazione per ottenere la certificazione e sarebbe impedita la possibilità di votare, come previsto dallo Statuto; gli iscritti non potrebbero accedere ai loro dati o modificarli o cancellare in maniera immediata la propria iscrizione così come previsto dal diritto di accesso, alla rettifica e alla cancellazione; i portavoce in parlamento e nelle regioni non potrebbero discutere con gli iscritti le proprie proposte di legge oppure accedere a tutti gli atti non riuscendo quindi a esercitare il diritto alla partecipazione e alla democrazia diretta; i portavoce non potrebbero rendicontare le proprie spese nell’ambito delle restituzioni violando l’obbligo previsto dal trattamento economico. Ancora una volta, siamo costretti a ribadire la nostra piena disponibilità, ma solo nel perimetro del rispetto della legge, della democrazia interna e della tutela degli iscritti. Prepotenze amministrative o giuridiche non sono - conclude l’associazione Rousseau - la strada per risolvere i problemi, ma solo per crearli”. La tensione è alle stelle.

 

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