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Il modello Zan arriva nel Lazio. Lega all'assalto: così impongono il gender ai nostri figli

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Il "modello Zan" per i bambini e i ragazzi del Lazio fa indignare la Lega. Il caso è quello delle linee guida della Regione guidata da Nicola Zingaretti. "Dare notizia in classe dei processi di transizione sessuale dei piccoli; bagni e spogliatoi non connotati per genere, uso dei nomi e pronomi scelti dallo stesso bambino in alternativa al nome assegnato alla nascita. Questo non è rispetto della diversità, non è informazione contro le discriminazioni, ma il cavallo di Troia del gender nelle scuole, che fa capire dove porterà la retorica dell’identità di genere: al superamento del concetto maschio-femmina e alla demolizione di ogni valore naturale su cui si regge da millenni la nostra civiltà", attacca Simona Baldassarre, medico, europarlamentare della Lega e Responsabile del Dipartimento Famiglia del Lazio

 

Ideologia sulla pelle dei giovani. "Come politico, medico e madre, sono indignata. Bisogna fermare le scandalose Linee guida della Regione Lazio sulle strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere. Zingaretti e la sua Giunta farebbero meglio a pensare alla campagna di vaccinazione e a far ripartire l’economia del Lazio, invece che alla politica “modello-Zan” - continua Baldassarre in una nota - Arrivati a questo punto, dovremmo chiedere delle linee guida anche per rispettare il diritto di ogni bambino ad essere maschio o femmina. Purtroppo, una certa sinistra mira solo a imporre le proprie mani ideologiche proprio nella scuola dove ogni minore dovrebbe poter crescere liberamente secondo la propria natura e le proprie inclinazioni".

 

"Nell’era dei nuovi diritti, sono i bambini i soggetti più deboli e discriminati -conclude l'europarlamentare leghista - Vanno protetti, non indottrinati, per questo, sia in Italia che in Europa, continueremo a ripetere a gran voce 'no gender nelle scuole'". 

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