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L'Aria che Tira, Vittorio Feltri demolisce il coprifuoco. I vaccini? Era meglio fare da soli

Giorgia Peretti
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“Non c’è speranza finché c’è Speranza”. Questo il titolo del pezzo scritto dal direttore di Libero, Vittorio Feltri, giovedì 29 aprile. Un monito ben chiaro sul tema dell’intervento del giornalista negli studi de L’aria che tira, il programma di approfondimento politico sotto la conduzione di Myrta Merlino su La7.

 

Il direttore è chiamato a commentare le proteste in piazza dei commercianti messi in ginocchio dalla crisi della pandemia, distrutti dalle misure restrittive e dal coprifuoco promosse dal ministro della salute Speranza. Feltri commenta così: “Iniziamo con il coprifuoco, noi dobbiamo difenderci dal virus non dalle fiamme non capisco perché questo coprifuoco insensato che colpisce sempre le solite categorie”.

 

Poi continua, denunciando la situazione in cui vertono i commercianti con questo accenno di riaperture: “A Milano piove e il piatto di riempie d’acqua, chi non lavora non mangia. Andava bene all’inizio ma i ristoratori sono chiusi da troppo tempo. I politici devono dare delle risposte rassicuranti, non va più bene il coprifuoco”.

 

Feltri richiama l’attenzione sul tema dei vaccini e i ritardi nei contratti Europei: “i vaccini se noi li prendiamo dall’Europa che non è in grado di lavorare in modo serio non andiamo da nessuna parte. Dovevamo procuraceli da soli perché dopo un anno siamo ancora qua. Senza vaccino non usciamo dalla pandemia.” L’esempio della Gran Bretagna è eloquente: “L’Inghilterra docet, è uscita dall’Europa e si produce i vaccini da sola e ora è praticamente fuori. Non penso che le chiusure siano state determinanti è la durata delle chiusure che è determinate. Anche l’Inghilterra ha avuto le sue chiusure ma è riuscita a vaccinare e ora sta progressivamente riaprendo.” Poi conclude così: “La situazione è drammatica in tutto il mondo, guardiamo anche l’India in che condizioni sta. Non è una gara tra ricchi e poveri. Se l’Europa è incapace di procacciarsi il vaccino ci dobbiamo arrangiare da soli”.

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