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Roberto Speranza, mozione di sfiducia della Meloni: "Incompetente". La Lega: "La leggeremo"

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Incompetente, inadeguato, va sfiduciato. Nel giorno in cui Roberto Speranza torna a parlare a Montecitorio per aggiornare l'Aula sulla campagna vaccinale in corso, Fratelli d'Italia va all'attacco del ministro della Salute. Giorgia Meloni annuncia infatti che il suo partito presenterà una mozione di sfiducia, dopo che da tempo denuncia "l'incompetenza e l'inadeguatezza di Speranza nel ricoprire importante e delicato incarico di ministro della Salute, soprattutto in questo momento storico: dalla gestione fallimentare e disastrosa della pandemia alle imprese stremate a causa delle chiusure insensate e continue". "Non è più tempo di Speranza, ma di coraggio" l'affondo della Meloni, in cerca di sponde: "Vediamo chi si assumerà la responsabilità di tenerlo ancora al suo posto". FdI prova insomma a fornire un assist alla Lega, da sempre critica con Speranza per la gestione dell'emergenza Covid. Non passa giorno d'altronde in cui Matteo Salvini non punzecchi il titolare del dicastero della Salute. Il Carroccio però, pur non chiudendo la porta alla mozione, prende tempo. "Prima di tutto andrebbe letta, esprimerci prima è prematuro - sottolinea il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari -. Non facciamo un ragionamento sulle persone, non vogliamo la testa di Speranza". Sicuramente, è la linea della Lega, "sosterremo la proposta di una commissione d'inchiesta sul piano pandemico, su ritardi ed errori".

Se la Lega dovesse appoggiare la mozione, da partito di maggioranza che sostiene Draghi, creerebbe più di qualche problema alla stabilità di un governo che, come riconosce lo stesso Molinari, ora è cambiato rispetto a quello con Conte premier. "Questo è un governo che ha dentro delle forze politiche diverse da quelle precedenti - ricorda il presidente dei deputati leghisti -, perché c'è anche il centrodestra, che si è speso per le riaperture, vorremmo che cambiassero le politiche di Speranza, che non vuol dire cambiare il ministro". Anche perché al momento la rimozione di Speranza appare tutt'altro che agevole. Nel corso dell'ultima conferenza stampa, appena una settimana fa, era stato il presidente del Consiglio a difenderlo pubblicamente. "A Salvini ho detto che l'ho voluto nel mio governo e che lo stimo molto", aveva sottolineato Draghi proprio dopo le punzecchiature leghiste. Da allora Palazzo Chigi ha sempre smentito le voci di possibili avvicendamenti al ministero della Salute. La priorità resta un'altra: accelerare sul piano vaccinale e portare il Paese fuori dall'emergenza.

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