Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Matteo Salvini, l'ultima battaglia della sinistra: usa pure le spie contro la Lega

Francesco Storace
  • a
  • a
  • a

Domanda: ma se il Pd ce l’ha così tanto con Matteo Salvini, perché ci sta in maggioranza assieme? Non poteva dirlo prima a Sergio Mattarella? Adesso rimproverano al leader della Lega persino la guerra di spie – dai contorni abbastanza stravaganti, per la verità - tra Italia e Russia.

Non è affatto normale che i traffici tra Walter Biot e i suoi compari russi diventino oggetto di polemiche durissime aizzate per far male all’interno della coalizione che ha deciso di governare assieme il Paese su input del Capo dello Stato. I reati contestati al carabiniere accusato di essere infedele servitore dell’Italia sono pesantissimi, se commessi. Ed è tanto più grave che vengano agitati in maniera sguaiata da un esponente della maggioranza parlamentare.

È Andrea Romano del Pd, il solito, a ficcare le dita negli occhi del leader della Lega e in maniera davvero pesante. Il deputato piddino chiama in causa direttamente Salvini, che “deve chiarire al più presto i rapporti tra la Lega e Aleksej Nemudrov, il diplomatico russo che insieme a Dmitri Ostrouchov coordinava la rete spionistica che avrebbe arruolato l’ufficiale infedele Walter Biot e che è stato recentemente espulso dal nostro Paese”. 

Non si chiede, l’onorevole Romano, il motivo per cui ora si apprende di una storia che andava avanti da parecchi mesi. E che semmai si potrebbe ipotizzare – con la sua stessa sufficienza - che alla svolta nelle indagini si è arrivati solo dopo che si è concluso l’incredibile balletto di Giuseppe Conte che non voleva mollare la delega sui servizi.

Ovviamente, Romano si ciba del quotidiano preferito per la propaganda di sinistra, “La Repubblica”, gli attribuisce un’inchiesta di grande qualità perché mette in mezzo come sempre Salvini, anche stavolta per i soliti rapporti con Gianluca Savoini.

Il deputato del Pd si dice certo dei legami tra i diplomatici russi e la Lega, senza un solo straccio di prova. L’importante è attaccare.

Quasi ovvia la replica della Lega, affidata a una nota, proprio per non avvelenare più di tanto il clima su una questione che concerne la sicurezza dello Stato senza costringere proprio Salvini ad intervenire: “Spie russe col Partito democratico? L’unica certezza in questa brutta storia è che Biot, il militare italiano che ha tradito, lavorava al ministero della Difesa quando il ministro era del Pd. Letta chiarisca!”. A causa del veleno propinato da Andrea Romano, è evidente che la risposta di chi è tirato in ballo a sproposito non può che essere piccata.

Perché è davvero inopportuno giocare politicamente – come ha fatto l’esponente del Pd – su questioni così delicate. 

Sembra averlo compreso proprio il ministro Lorenzo Guerini, che si limita ad assicurare che “se qualcuno ha sbagliato i comportamenti saranno sanzionati con severità, ma quelli non sono i valori di riferimento delle forze armate, credo che questo sia nella coscienza degli italiani”. 

Ciò non toglie nulla però alla gravità delle parole di Andrea Romano, che rischia di mettere in difficoltà il governo, perché normale è la richiesta della presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, affinché l’esecutivo riferisca al Parlamento su quel che accade. Anzi: la Meloni chiede che a farlo sia proprio Mario Draghi, mettendolo in difficoltà proprio dopo le parole di Romano.

Ma per il Pd – in particolare da quando è arrivato al loro vertice Enrico Letta – la priorità pare essere quella di attaccare in ogni modo Matteo Salvini, ne appaiono davvero ossessionati.

Probabilmente il loro obiettivo è quello di far perdere i nervi al numero uno leghista, con azioni e comportamenti al limite del provocatorio. Ma nelle dichiarazioni che ha rilasciato in questi giorni, Salvini ha mostrato di aver compreso il gioco e non volerci cascare. E continuerà con la propria iniziativa politica senza dover risponderne al Pd. Che approfitta persino di questa curiosa guerra di spie…

Dai blog