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Quarta Repubblica, Nicola Porro è fuori di sé. Pasqua e lockdown, così inchioda Draghi e Speranza

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A Quarta Repubblica, il talk show condotto da Nicola Porro in prima serata su Rete 4, si parte con una “sfuriata” del conduttore che mette in fila le assurdità della gestione di questa emergenza.

 

Innanzitutto nella puntata di lunedì 29 marzo si chiede perché, a ridosso della Pasqua, - fatti i dovuti tamponi - non si possa andare, per esempio, in Sicilia o in Puglia, ma si possa tranquillamente andare alle Canarie. In Italia, infatti, c’è gente che non vede i propri famigliari da mesi. Ma sembra non importare a nessuno. Lo stesso Porro dice che vorrebbe prendere la sua macchina e andare nella sua seconda casa - per la quale paga l’IMU e tutte le utenze - ma non può. Ma, paradossalmente, potrebbe prendere l’aereo e andare a Tenerife.

“Qual è la logica di queste e di altre chiusure?” si chiede il giornalista.

 

E, ironicamente, dice che la risposta è nel libro - introvabile - scritto dal ministro della Salute Roberto Speranza intitolato “Perché guariremo” (che stava per uscire, ma vista la mal parata è stato immediatamente ritirato dal mercato) dove c’è scritto: “Credo che, dopo tanti anni controvento, ci sia davvero una nuova possibilità di costruire un’egemonia culturale su basi nuove”.

 

E, ancora, Speranza scrive che dopo la pandemia “sono convinto che abbiamo un’opportunità unica per radicare una nuova idea della sinistra, basata su un impegno di cui oggi tutti riconoscono la necessità: difendere e rilanciare i beni pubblici fondamentali, a partire dalla tutela della salute, del valore dell’istruzione e dalla difesa dell’ambiente”. E un esterrefatto Porro si chiede: “E’ veramente questo il motivo per il quale dobbiamo stare chiusi?”. E chiude con una battuta: la differenza tra il comunismo e il lockdown è che con il lockdown almeno ci sono le serie televisive.

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