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Laura Boldrini umiliata dalla colf, la difesa fa venire da piangere: "Prenotava il parrucchiere perché sono una donna sola"

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Giada Oricchio
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L’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, si difende dalle accuse di maltrattamenti alle sue collaboratrici in un’intervista al quotidiano “La Repubblica”. Ma la polemica contro la deputata non si placa perché se non paga la colf e manda la portaborse in tintoria per lei sarebbe tutta colpa dei giornali di destra! Dopo il caso sollevato da Selvaggia Lucarelli per “Il Fatto Quotidiano” su comportamenti poco consoni di Laura Boldrini, paladina dei diritti delle donne, nei confronti della collaboratrice domestica e di altri membri del suo staff, l’ex presidente della Camera cerca di far chiarezza in un’intervista a “La Repubblica”. E la difesa fa venire da piangere: "Sono una donna sola - spiega - Ho la tutela (la scorta nda)". Quindi mica può chiamarsi il parrucchiere da sola e andare in tintoria.

Nell'intervista dà anche la sua versione dei fatti sul caso del tfr all'ex colf. “Non è vero che non ho versato a Lilia, la mia ex colf, la liquidazione. Ha regolarmente ricevuto il trattamento di fine rapporto. Restano da saldare gli scatti di anzianità maturati” ha dichiarato la Boldrini prima di spiegare che non corrisponde al vero che la sua commercialista sia sparita da 10 mesi: “La scorsa estate proposi a Lilia di lavorare anche di sabato, lei disse di non essere interessata. Abbiamo quindi deciso di interrompere la collaborazione, dopo 8 anni di rapporto sereno. Era ovviamente messa in regola e bisognava fare gli ultimi conteggi per chiudere il rapporto di lavoro. I calcoli per gli scatti di anzianità si sono rivelati complicatissimi. Lilia disse che si sarebbe fatta aiutare dal patronato e io mi sono rivolta alla mia commercialista”. La giornalista Concetta Vecchio sottolinea che allora la donna si è rivolta subito al patronato e non a seguito del ritardo nei pagamenti (10 mesi per fare i conteggi?) e la Boldrini: “Sì, da settembre la mia commercialista ha provato a contattare la funzionaria del Caf (…). La liquidazione l’ho già pagata. I giornali di destra mi definiscono ‘aguzzina’, ‘padrona’, ‘maschilista’, è macchina del fango. Alla Camera alcune colleghe mi hanno espresso solidarietà”.

Laura Boldrini rispedisce al mittente anche le accuse dell’ex assistente parlamentare Roberta che, causa Covid-19, aveva chiesto di lavorare in smart working dovendo fare avanti indietro da Lodi a Roma e che ha rivelato di aver coperto tutti i costi delle trasferte con la retribuzione prevista per il suo ruolo senza aver nessun rimborso spese. La funzionaria internazionale racconta: “Quando è arrivato il Covid, da febbraio a maggio ha lavorato da casa perché eravamo in zona rossa. A maggio ha chiesto di continuare perché era insorto un problema con il figlio. Le ho fatto presente che sarebbe stato complicato visto il lavoro da svolgere (…). Con me non si è mai lamentata. Vivo sola, mia figlia è all’estero, non mi muovo in autonomia avendo una tutela. Se prenotava il parrucchiere? Può essere capitato. Si occupava anche delle visite mediche. Gestiva la mia agenda e così riusciva a incastrare questi impegni con quelli pubblici”.

Alla domanda se abbia un carattere difficile, l’esponente del Partito Democratico risponde: “Sono una persona esigente, ma lo sono anche con me stessa. Posso essere dura, ma sempre rispettando la dignità dei collaboratori. (…). Se rientra tra i compiti di un’assistente prenotare il parrucchiere? Non accade solo a me, ma a tutte le persone che hanno agende complesse: dispongo di persone di fiducia per simili incombenze. Un uomo può chiedere aiuto alla compagna, una donna sola no”. Dunque, mal comune mezzo gaudio. E pensare che a volte basta chiedere scusa.

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