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Beppe Grillo prende in ostaggio i giornalisti e non lo processa nessuno

Francesco Storace
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La pretesa di Beppe Grillo di prendere i giornalisti in ostaggio non la censura nessuno. Non c’è attentato alla libertà di stampa. Giusto qualche limitatissima reazione (Giovanni Minoli, “resta un comico”, Enrico Mentana, “parole irricevibili”) ma non osiamo pensare se fossero stati Matteo Salvini o Giorgia Meloni o ancora Silvio Berlusconi a pronunciare scempiaggini vere e proprie.

Ha detto il Guru: “D'ora in poi, per rispetto dell'informazione e dei cittadini che seguono da casa, chiediamo che i nostri portavoce siano messi in condizione di esprimere i propri concetti senza interruzioni di sorta, per il tempo che il conduttore vorrà loro concedere”. È normale?

In pratica tratta da cretini i suoi “portavoce”. Non si sa mai che una domanda possa interrompere improvvisamente un’emozione… 

Il giornalista – è stato scritto molto tempo fa da qualcuno – si deve limitare a reggere il microfono al fortunato interlocutore pentastellato. Beppe Grillo non tollera che i suoi scappati di casa possano essere immortalati con altri dalle telecamere, pretende che “siano inquadrati in modalità singola, senza stacchi sugli altri ospiti”. E già che ci siamo, al bando immagini “sulle calzature indossate”. Sennò, è la traduzione, i profondi concetti che esprimono i suoi uomini e le sue donne si confondono con la loro proverbiale eleganza.

Ora, non sappiamo quale manuale di comunicazione politica abbia consultato il comico genovese, ma sarebbe davvero di pessimo gusto ridurre tutto alla solita burletta. Ogni giorno che passa, questo signore si conferma ostile alla democrazia, eppure è considerato interlocutore della politica.

Ed è un peccato che non si siano sentite forti voci dal mondo del giornalismo ufficiale, a parte le su ricordate parole di Minoli e Mentana. Se quelle cose le avessero dette da destra si sarebbe strillato al regime ed è invece ora di dire basta a queste provocazioni.

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