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Gran pasticcio AstraZeneca, l'Ema fa peggio di prima

Franco Bechis
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Il vaccino AstraZeneca tornerà ad essere fatto in tutta Europa dopo la conferenza stampa di ieri dell’Ema (l’agenzia europea del farmaco) che sembra avere confortato i capi dei governi che avevano sospeso precauzionalmente l’utilizzo di quelle fiale.

 

 

Ma il caso in realtà ancora più di quel sembrava prima si è rivelato un terribile pasticciaccio. Perché Ema ha detto quel che già prima la matematica era in grado di dimostrare: che i casi di decesso registrati dopo la somministrazione di quel vaccino (e per altro anche di quello Pfizer in Gran Bretagna) sono percentuale minima rispetto alla popolazione che ha ricevuto AstraZeneca. E a dire il vero avevamo detto di più proprio sul Tempo, basandoci sulla matematica: secondo i numeri di decessi post vaccino fino ad oggi registrati un italiano in genere avrebbe una probabilità su 50 mila di morire dopo avere ricevuto la dose. Ma ne ha una su 500 di morire di coronavirus. Il raffronto è questo, e sarebbe ancora peggio per la fascia di età che comprende quasi tutte le morti per il Covid-19: quella dai 60 anni in su. In quella fascia di età la possibilità di morire del virus sarebbe 300 volte superiore a un evento fatale per il vaccino. E già su questa base semplicemente matematico-statistica ognuno ha la possibilità di prendere le sue decisioni razionali e decidere quale rischio correre.

Ma di pasticciaccio parliamo perché la conferenza di ieri dei vertici Ema non è stata affatto tranquillizzante, anzi. Probabilmente spaventerà la popolazione più di quel che si temeva prima. Perché all’agenzia è stata chiesta una risposta sciocca, che spetta alla politica e che scienziati non possono dare. In così poco tempo infatti la sola conoscenza possibile era quella sulla natura dei decessi (infarto, trombosi o altro), il numero, l’età e il genere dei malcapitati. Nessuno sarebbe stato in grado di attribuire con certezza al vaccino l’evento fatale, perché bisognerebbe avere la cartella clinica della vita dei pazienti, conoscere eventuali problemi genetici e studiare quei dati in un tempo che non poteva essere di ore come si è voluto, ma di settimane e forse mesi. Una risposta non poteva essere data ed ovviamente non è stata data. Ma visto il pressing della politica l’Ema ha scelto la ovvia linea della prudenza (non conoscendo i dati che sarebbero serviti), e ha chiesto cautela ai medici che fanno i vaccini con una lettera di istruzioni per loro e raccomandato a tutti i vaccinati di rivolgersi immediatamente al medico di fiducia se si accusano alcuni sintomi dopo l'iniezione. Non solo: l’Ema ha annunciato modifiche a quello che potremmo chiamare il "bugiardino" di AstraZeneca, aggiornandolo con la possibilità di ulteriori eventi avversi.

 

 

Il risultato rischia di essere un disastro comunicativo, perché con quelle nuove avvertenze - per quanto rare - le popolazioni rischieranno di essere più preoccupate di prima. Primo perché l’Ema a differenza dei governi e dei virologi più vicini a chi governa, ha detto di non potere escludere il nesso di causa-effetto fra vaccino ed evento fatale, che ha identificato in complicanze tromboemboliche assai rare, in genere riscontrate in donne al di sotto dei 55 anni. E anche se si tratta di soli 25 casi su 20 milioni di vaccinati (di questi 3 in Italia), i vademecum imposti non faranno che allargare i timori in questa fase. Tanto meno l’annuncio che si indagherà sulle conseguenze della vaccinazione su donne che prendano abitualmente la pillola, perché evidentemente potrebbe essere anche quello il problema.

Cosa si pensa di provocare nella gente che si deve ancora vaccinare fornendo queste nuove avvertenze: «Affanno, dolore al petto o allo stomaco, gonfiore o sensazione di freddo a un braccio o una gamba, mal di testa grave o in peggioramento o visione offuscata dopo la vaccinazione, sanguinamento persistente, piccoli lividi multipli, macchie rossastre o violacee o vesciche di sangue sotto la pelle: in presenza di questi sintomi cerca immediatamente assistenza medica e riferisci di essere stato vaccinato di recente»? E istruzioni ancora più dettagliate vengono date nella lettera rivolta al personale sanitario, senza tenere presente che nella prassi quasi nessuno sa qualcosa della vita del paziente che si trova davanti per la prima volta dopo pochi minuti.

Eppure sarebbe bastato leggere i report inglesi prima di fare precipitare la situazione in questo modo: per AstraZeneca si sono registrati 275 eventi fatali in tutto su poco meno di 10 milioni di vaccinati. Ma nessuno di questi è stato ancora accertato. E una sola morte è avvenuta per tromboembolia. Di 134 pazienti morti dopo la prima dose non si sa nulla nemmeno del tipo di decesso. Mentre 14 sono morti certamente di coronavirus, forse perché il vaccino è arrivato tardi. Altri 13 di polmonite non classificata come Covid. Il maggiore numero di morti - 39 - ha avuto problemi di cuore. C'è chi è morto dopo il vaccino per diabete, chi di tumore maligno, perfino chi è morto perché ha perso nei giorni immediatamente successivi i sensi, sbattendo la testa per terra in modo fatale. Per molti di loro a occhio nudo il vaccino non c'entrava nulla, ma non avendo storia clinica in mano non è possibile per le autorità affermarlo. E quindi sono andati avanti, e nessuno ha protestato o disdetto l’appuntamento con AstraZeneca. Ma ora anche grazie a questo terribile pasticcio qualche timore è venuto anche agli inglesi. E Boris Johnson per tranquillizzare si precipita a fare la sua dose di quel vaccino. Cosa che farà domani anche il premier francese. Forse sarebbe opportuno che anche Mario Draghi segua quella strada...

 

 

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