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Astrazeneca, Mario Draghi parli all'Italia e sposi la trasparenza contro dubbi e paure sui vaccini

Angelo De Mattia
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“Credetemi, sarà abbastanza”, “whatever it takes”…, ad ogni costo: è l’ormai famosa frase pronunciata il 26 luglio 2012 da Mario Draghi, Presidente della Bce, a Londra per la difesa dell’Euro. Sopravveniva dopo che in precedenza il Consiglio europeo aveva visto con favore l’acquisto di titoli pubblici da parte della Banca centrale. Anche per i successivi interventi di Angela Merkel che calmarono la ribellione del Presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, si evitò la disintegrazione della moneta unica.

La frase, pur dovendosi fare la tara delle santificazioni che ne sono seguite e pur essendo doveroso ricordare la sottovalutazione degli apporti quale quello della Merkel che contribuirono alla difesa dell’Euro, è diventata un esempio di determinazione, di efficacia, di rapidità di risultato. A quella espressione, fatti ovviamente le più che necessarie distinzioni, viene spontaneo pensare ora che in Italia – e non solo – è presente un problema cruciale, quello della difesa della salute dei cittadini che viene prima anche della difesa della moneta, come del resto è stato affermato nello stesso discorso programmatico che Draghi ha tenuto alle Camere per la Fiducia. E allora c’è da chiedersi se basti far filtrare irritazione per quanto sta accadendo per alcuni casi circoscritti anche se assai dolorosi di impatto del vaccino AstraZeneca o se, piuttosto, non sia doveroso che il Premier, in prima persona, parli al Paese e dia quelle rassicurazioni che al momento sia in condizione di dare, ma soprattutto dimostri di essere pienamente sintonizzato con il sentire dei cittadini, assumendo altresì l’impegno a fare chiarezza assoluta e “ad horas” sulla vicenda. È questo il modo anche per prevenire il diffondersi di dubbi e sospetti sul presunto nascondimento di verità, creando quella necessaria “empatia” che fugacemente si è voluta vedere nel recente discorso tenuto dal Presidente a Fiumicino. “Primum vivere”; poi viene la moneta.

Lo stesso Draghi si era posto l’obiettivo di risollevare il Paese dalla depressione psicologica e da quella economica. Se per la moneta è stato necessario un atto straordinario, in quello che oggi somiglia allo “stato di eccezione”, tutti e tutto devono cooperare per la difesa della vita e per l’affermazione della verità. Non vi possono essere strategie e calcoli comunicazionali che conducano a diverse conclusioni in situazioni del genere. Non è il caso di ricordare – date le enormi differenze – i grandi leader del passato e i loro discorsi in momenti cruciali della vita di una comunità. Tuttavia, quanto meno è da essi che bisogna trarre ispirazione per le scelte da compiere nelle ore “più buie”.

Un discorso del Premier non si sovrappone né si interseca con ciò che spetta dichiarare rapidamente agli enti regolatori in materia di sanità. Si tratta di piani diversi e non si può pensare che un intervento attenda l’altro finendo entrambi in una impasse. Dunque è ora di agire. 

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