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Vito Crimi espelle i dissidenti grillini. Massacrato sui social

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«Come già avvenuto al Senato, anche i portavoce del MoVimento 5 Stelle che nel voto di fiducia alla Camera si sono espressi diversamente dal gruppo parlamentare verranno espulsi». A calare il "cartellino rosso" è Vito Crimi, in un post su Facebook. Ma il suo post viene letteralmente massacrato dai commenti negativi dei militanti Cinque Stelle. "Il Movimento di cui faccio parte dal 2013 non è questo - scrive Manuela L. - Morra lo conosco da allora ed incarna i principi in nome dei quali abbiamo fatto mille battaglie. Sbagliate a "colpire" chi dissente perché loro rappresentano il NO di tanti iscritti. È un grosso errore il vostro!". E ancora: "Crimi queste espulsioni rappresentano la fine di un grande sogno distrutto grazie a decisioni scellerate di una persona non eletta da nessuno e che in un anno ha fatto piazza pulita come nessun reggente ha mai fatto nella storia dei partiti - prosegue Antonio B. - Se il Movimento sparirà la colpa è solo e soltanto sua. #espelleteciTUTTI".

 

 

 

 

Ma cosa ha scritto Crimi? «Quello sulla fiducia non è un voto come tanti altri - rimarca il capo politico reggente del M5S - Stabilisce gli equilibri all’interno del Parlamento, determinando i posizionamenti fra maggioranza e opposizione. Chi non ha votato la fiducia a questo governo si è automaticamente collocato all’opposizione, dunque all’opposizione del MoVimento che ha deciso di sostenerlo, ed era perfettamente consapevole delle conseguenze delle proprie scelte». «Allo stesso modo di tanti portavoce del MoVimento, anche io in questi anni mi sono ritrovato più volte a dovermi confrontare con situazioni delle quali la mia coscienza mi chiede conto ogni giorno. Più volte ho dovuto scegliere fra le mie posizioni personali e quelle del MoVimento, da sempre orientate alla comunità nazionale che ci onoriamo di servire. Ho scelto queste ultime. L’ho fatto con la consapevolezza che i miei voti non dovevano essere espressioni di un credo personale, ma di una realtà condivisa, di una forza collettiva in grado di perseguire ideali e obiettivi ben più alti dei miei».

 

«L’ho fatto - prosegue Crimi - con la consapevolezza che ognuno di noi è parte di qualcosa di più grande, e se vuole lavorare in un gruppo, una squadra che insegue quegli obiettivi, deve cedere una parte di sé stesso, rinunciare ai propri egoismi e contribuire alla crescita del valore collettivo. L’ho fatto con la consapevolezza che mentre da una parte rinunciavo a qualcosa, dall’altra vedevo il gruppo raggiungere grandi risultati. E capivo che quei risultati, quei grandi passi avanti compiuti tutti insieme, erano stati possibili anche grazie al mio piccolo passo indietro». «Chi in questi due giorni non ha votato la fiducia ha contribuito -involontariamente o volontariamente, non importa- al tentativo di frantumare il gruppo, quella forza collettiva che ci ha portati fin qui. Ha deciso di mettere davanti a tutto le proprie posizioni, imponendo la propria coscienza individuale su quella collettiva, in un voto che di coscienza aveva poco e che rappresentava solo l’avvio, o il non avvio, di un governo».

 

 

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