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Daniele Franco al Mef? Che schiaffo per Conte, Casalino e il M5s. Quando Rocco tuonava sui "pezzi di m..."

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Arriva al Mef l'ex ragioniere generale Daniele Franco? Se così fosse, e lo sapremo quando il premier incaricato Mario Draghi scioglierà la riserva con il presidente Sergio Mattarella consegnando la lista dei ministri, sarebbe un vero e proprio schiaffo a Giuseppe Conte, a Rocco Casalino e al M5S. Era lui, infatti, a frenare sulla manovra che doveva varare il reddito di cittadinanza a fine 2018 dicendo da ragioniere generale che non c'erano le risorse. E Casalino in un famoso audio poi reso pubblico voleva la testa sua e di tutti i suoi collaboratori, chiamati senza troppi giri di parole "pezzi di m..."

 

La diffusione dell'audio aveva provocato una vera e propria bufera sul governo e sul portavoce del premier Conte con l'opposizione che sparava a zero e il presidente del Consiglio che lo difendeva. Il tutto nasceva dalla "promessa", registrata da Casalino in un messaggio su WhatsApp di una "mega vendetta" contro i tecnici del Ministero dell'Economia qualora ci fosse uno stop al reddito di cittadinanza. Se alla fine non si trovassero i soldi nella manovra economica per il provvedimento "bandiera" dei 5 stelle, "tutto il 2019 ci concentreremo a far fuori tutti questi pezzi di m...del Mef" si sente dire nell'audio. 

 

La diffusione del messaggio aveva innescato immediate reazioni con la conseguente richiesta di dimissioni. Lo stesso Casalino aveva respinto le accuse al mittente: "Sta circolando un messaggio-audio che riproduce la mia voce in una conversazione assolutamente privata avuta con due giornalisti. La pubblicazione viola il principio costituzionale di tutela della riservatezza delle comunicazioni e, nel caso fosse accertato che sia stato volontariamente diffuso ad opera dei destinatari del messaggio, le più elementari regole deontologiche che impongono riserbo in questa tipologia di scambi di opinioni".

 

Se Rocco condannava la pubblicazione "non autorizzata" della comunicazione,  la stessa linea era quella scelta dal "capo" Conte che condannava le "condotte gravemente illegittime che tradiscono fondamentali principi costituzionali e deontologici". Non entrando nel merito delle parole del portavoce...

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