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L'operazione Draghi non nasce all'improvviso. Chi ha imbeccato Renzi sul Recovery...

Arnaldo Magro
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Più passa il tempo e più i pezzi del puzzle politico italiano, assumono i contorni del quadro fatto e finito.  Goffredo Bettini si sfoga e parla chiaramente di sicari e di mandanti. Qualcuno aveva un disegno fa intendere. E forse forse, un poco di ragione ce l’ha. Di certo è difficile pensare che Draghi sia stato solo una scelta «last minute».

 

Non ci si imbarca a basso costo, sulla compagnia di Mario Draghi. Lo spessore umano ed il profilo internazionale della persona non lo permetterebbe neanche col pensiero tra l’altro. Da quanto tempo si sta pensando a Mario Draghi come Presidente del Consiglio dunque? Sono mesi che Matteo Renzi propone quel nome al presidente Sergio Mattarella. Sembrava una boutade. Non lo era.

Tutti davano Draghi successore naturale al Quirinale. Non senza un certo fastidio di Mattarella, tra l’altro. Esce un video di Giuseppe Conte, che pare abbia pure sondato Draghi per la presidenza in Europa: «Ha rifiutato, era stanco» dice Conte. Forse era solo stanco di quel governo Conte bis. Il governo Conte è finito con l’elezione di  Joe Biden  a Presidente Usa, sostiene qualcuno. Di quel Biden, Draghi era ed è, tra le persone più fidate. Pure Giancarlo Giorgetti pare avesse convinto Draghi a fare il grande salto. Voci sostengono si sia recato in Umbria, nel week end scorso, per convincerlo de visu: «La presidenza della Repubblica è la tua destinazione finale, ma ora il Paese ha bisogno di te. Devi sporcarti un po’ le mani. Ora».

 

Giusto dunque immaginare che Renzi, abbia scatenato la crisi, incentrandola sul Recovery plan perché, magari, «imbeccato» da qualcuno? Possibile si fosse accorto solo lui delle nullità contenute in quelle 500 pagine inviate all’Europa?

 

Ora chi lo riscrive il piano del Recovery? In realtà il Recovery pare essere già in cassaforte. Perché sono mesi che Draghi vi ci starebbe già lavorando. Lo avrebbe già scritto. Tutto. Ed in assoluta autonomia. Con buona pace dei partiti che ora pensano di sedersi al tavolo e spiegare all’ex capo della bce, come spendere quei soldi. Con buona pace dell’Europa che ora, ha in Draghi la figura di alto profilo che cercava. E con quella degli Usa, che non hanno mai particolarmente amato il retrogusto del caviale.
 

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