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Governo Draghi, la strigliata di Mario Monti: "Chi resta fuori non pensi di trarne vantaggio politico"

Giada Oricchio
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L’ex presidente del Consiglio, Mario Monti, ospite di “Piazza Pulita”, il talk sull’attualità condotto da Corrado Formigli su LA7, giovedì 4 febbraio, ha dichiarato: “Con Mario Draghi andiamo verso la razionalità politica e verso il bene dell'Italia. E’ uomo risoluto e risolutivo. Sono rimasto sorpreso delle prese di distanza di alcuni partiti perché non solo è nell’interesse nazionale, ma anche nel loro interesse politico di parte entrare a far parte di questo Governo, ovviamente non parlo di vantaggi personali, ma davanti all’elettorato”. Poi ha aggiunto: “Con le risorse finanziarie che questo Governo ha a disposizione, ci sarà sicuramente una rinascita dell’Italia, è una situazione diversa dalla mia 9 anni fa. Allora nessuno entrava a far parte del Governo perché sapevano che provvedimenti dovevamo fare, oggi non è così. Ma attenzione, chi non avrà partecipato poi non può pensare di trarne dei benefici”.

Un’affermazione che si può leggere come una stoccata a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, al momento decisa a non appoggiare l’esecutivo a guida Draghi. L’economista ha spiegato anche la differenza tra il suo Governo tecnico tra la fine del 2011 e gli inizi del 2012 e quello prossimo futuro di Draghi: “Quando fui chiamato, lo spread era arrivato a 600 e le imprese temevano il disastro, fummo costretti a provvedimenti di austerità. La gente era terrorizzata, ma nonostante il progetto molto rigoroso ottenemmo il 90% al Senato e il 92% alla Camera. Draghi invece è chiamato a gestire grandi risorse per la crescita. E’ ridicolo pensare che ci sia chi è favorevole a austerità e chi è favorevole alla crescita, chi sarebbe favorevole all’austerità?”.

Sulla gravità della situazione economica, il professor Monti ha lanciato l’allarme: “Il momento è molto difficile, io faccio molto affidamento su Draghi non solo per il Recovery Fund, ma anche per cambiare la cultura e la mentalità degli italiani. Draghi ha una capacità raffinata di conquista del consenso altrui, ha gestito la Bce con grandi doti di mediazione, mi auguro tuttavia che non sia ad infinitum perché il tempo è limitato e perché dobbiamo dare un senso al Paese: dialogare è essenziale, ma i poteri pubblici non devono diventare ostaggio di parti private come le associazioni imprenditoriali o le associazioni sindacali. Se invidio Draghi? No, sono felice di avere una figura come lui. Rimango male quando vengo identificato con quello che per gusto perverso ha inflitto sofferenze agli italiani e in questo i partiti sono stati bravi. Ma l’importante è che l’Italia non abbia fatto la fine della Grecia”.

 

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