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"Amiamo l'Italia, per questo non votiamo Conte". L'annuncio di Maurizio Lupi

Amiamo l'Italia, per questo non votiamo la fiducia a Conte. L'on. Maurizio Lupi illustra la posizione di "Noi con l'Italia" e la sua decisione di non appoggiare il governo Conte. "Siamo europeisti, siamo popolari e riformisti - detto Lupi - Abbiamo a cuore il destino dell'Italia e la nostra volontà del dialogo, la responsabilità dall'opposizione l'abbiamo dimostrata in tutti questi mesi di emergenza. E mi permetta un inciso, è proprio perché abbiamo a cuore l'Italia e i valori fondanti dell'Occidente che ci ha stupito il suo passaggio sulla Cina. Sul serio lei pensa che abbiamo valori in comune con un regime che, a Hong Kong, ha arrestato 53 deputati dall'opposizione? Ma lei è venuto a dirci e ad elencarci anche i meriti del suo Governo e a dirci che “tutto va bene, madama la marchesa”: si ricorderà, come me, quella famosissima canzone in cui il maggiordomo rassicurava la signora, ma, nel frattempo, il castello bruciava. Ecco, proprio perché temiamo e teniamo all'Italia, non le daremo la nostra fiducia. Sapete, anche per chi ci ascolta, quanto i ristori coprono la perdita di fatturato? Il 7 per cento: su 423 miliardi di perdite, solo 28 miliardi; e, nel settore della ristorazione, addirittura, solo il 2 per cento: su 37,5 miliardi di perdite, solo 2,2 miliardi. Ma, se tutto va bene, come mai l'Italia ha la previsione peggiore tra tutti i Paesi europei? Avete detto che le mascherine non servivano e si è, poi, scoperto che, in realtà, non ne avevamo. Vi siete trincerati dietro la scienza e gli algoritmi per sancire chiusure drastiche, salvo, poi, disattendere i dati, che ci dicono, per esempio, che la Lombardia, oggi, 10 milioni di abitanti, non è in zona rossa. Lei ci dice che è una scelta politica: bene, condannare alla chiusura centinaia di migliaia di imprese è una scelta politica? Procrastinare è stata la vostra politica, facendo promesse mirabolanti, che tanto sapevate di non poter mantenere. Vi chiudiamo, così farete un Natale sereno: abbiamo visto come è finita. Vi abbiamo detto “fate ripartire i cantieri”: sono sei mesi che aspettiamo la nomina dei commissari. Chi li deve nominare? Rinviate continuamente decisioni che potrebbero significare migliaia di posti di lavoro. Vediamo un bel provvedimento che avete preso: il bonus 110 per cento. Peccato, ci vogliono trentacinque passaggi burocratici per richiederlo e la chiamate semplificazione. Ecco, signor Presidente, concludo, siamo europeisti, responsabili, popolari e liberali, ma non voteremo la fiducia al suo Governo perché, oggi più che mai, per rilanciare l'Italia, bisogna evitare che tutto ciò che è emergenziale diventi regolare, bisogna ridare spazi di libertà, bisogna darli alle imprese, alle famiglie, alla società civile, che è la vera ricchezza di questo Paese. Non la voteremo, perché non vogliamo che l'assistenzialismo diventi la massima aspirazione di chi ci governa, perché 11 miliardi per il reddito di cittadinanza non sono politiche attive del lavoro. 11 miliardi diamoli alle imprese".

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