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Senza i responsabili si va verso il voto a giugno

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Senza responsabili si voterà a giugno. La crisi, insomma, sembra precipitare verso le elezioni anticipate. «I responsabili erano una bufala e tale si è rivelata. Il voto a giugno è probabile e il Centro ci sarà. Non aiuterò nessun governo, per me si deve andare al voto; lavoro a lista centrale e non apparentata col centrodestra sovranista». Così Gianfranco Rotondi su Twitter commenta la crisi di governo. Ma anche da ambienti Pd è confermato il rischio di andare alle urne. I responsabili non ci sono e i Dem sono a un bivio: andare alla conta in aula o seguire le indicazioni del Capo dello Stato? Oggi si riunirà l’ufficio politico del Pd, l’organismo dirigente che riunisce il segretario, il vice segretario, i capi delegazione di governo, i capigruppo, e i rappresentanti degli enti locali. Il vertice servirà a fare il punto su quanto accaduto dalle 18 di ieri, quando Matteo Renzi ha annunciato le dimissioni delle ministre di Italia Viva.

Pd che ieri, a Palazzo Chigi, ha ribadito la lealtà al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Alle 22 di ieri, Nicola Zingaretti ha scritto sui suoi social: «In questi mesi durissimi l’Italia ha potuto contare sul grande impegno di Giuseppe Conte e della squadra di Governo. Ora c’è un Paese da ricostruire. Avanti con Conte". Quasi contemporaneamente, Dario Franceschini ha lasciato un post su Twitter condiviso da tutti i ministri dem: "In Consiglio dei Ministri ho ribadito che chi attacca il Presidente del Consiglio attacca l’intero governo e Giuseppe Conte sta servendo con passione e dedizione il proprio Paese nel momento più difficile della storia repubblicana".

Insomma, al momento il Pd fa quadrato attorno al presidente del Consiglio, e non prende in considerazione la possibilità di sostenere un altro nome a capo del governo. E l’ipotesi di elezioni anticipate non sembra auspicabile per i dem, così come sottolineato dal tesoriere, Walter Verini, che ha definito "un salto nel buio" andare ad elezioni in piena pandemia. Nonostante questo il rischio elezioni è "concreto e reale", come vanno ripetendo da giorni i vertici del partito a cominciare dal segretario Nicola Zingaretti: "La storia della Repubblica insegna che spesso, in caso di crisi di governo, si "rotola" verso le elezioni anche senza volerlo".

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