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Il Conte bis è finito. Sfida finale con Renzi, scatta la conta dei responsabili

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 Il Conte bis è finito e lo showdown rischia di consumarsi direttamente in Parlamento. Il post del premier su Facebook non ha convinto Matteo Renzi. Anzi, lo ha mandato su tutte le furie. Il leader di Italia viva, non a caso, ha etichettato il lungo ragionamento consegnato ai social come «retorico», l’ennesimo errore tattico per sfuggire al confronto «sui temi di merito facendo davvero politica». Insomma, quella del capo del Governo non è stata letta come una mano tesa, piuttosto come un avviso di sfratto e una sfida, individuando come unica possibilità per la resa dei conti le due Camere. 

 

Conte evidentemente «è già convinto di avere i voti in Aula, forse di Forza Italia: mi sembra un errore politico e un azzardo numerico. Ma auguri a lui e all’Italia», ha detto Renzi. Il dado sembra essere tratto, per Il senatore di IV un rimpastino chirurgico non basta e a dimostrarlo è la lettera inviata a Goffredo Bettini, uomo molto vicino a Nicola Zingaretti, il 6 gennaio scorso, quando Conte aveva tentato un altro avvicinamento via etere. Una lunga lista di punti che Renzi sente di condividere con il Partito democratico, a cui consegna anche l’ipotesi di una alleanza per le prossime elezioni soprattutto nelle grandi città come Roma, Milano e Napoli. All’interno di Italia viva sono tutti d’accordo che questo governo abbia «terminato il suo percorso» e sono compatti sul definire la situazione in atto «inaccettabile».

Una posizione granitica, filtrata dalla riunione che lo stesso ex premier ha convocato nella tarda serata di ieri, a dispetto di chi sta tentando quotidianamente di rompere il fronte. È di oggi, apprende LaPresse, la mail arrivata nella casella dei senatori di Iv da parte di Italia 23, con una frase sibillina nell’oggetto: ’C’è spazio per costruire qualcosa di nuovo al centro della politica italiana?’. Null’altro nel testo del messaggio. Il movimento a palazzo Madama fa capo a Raffaele Fantetti, ex Forza Italia oggi nel gruppo Misto, tra i più operosi, secondo i rumors di palazzo, nell’assoldare ’responsabili' a sostegno di Conte. Tornando alle tensioni nell’esecutivo, con una crisi che, con sempre meno certezze, rischia di essere al buio, probabilmente la giornata in cui si scopriranno le carte è domani. Secondo quanto filtra da chi è al lavoro sul testo del Recovery plan, il ministro Roberto Gualtieri punta a chiudere il documento proprio domani per inviarlo ai partiti in serata. Non è infatti detto quindi che il Consiglio dei ministri sia convocato nella giornata di martedì, molto probabilmente la riunione potrebbe svolgersi il giorno seguente per dare più tempo ai soci di governo di esaminare la proposta.

 

Sul piano per la resilienza ’bisogna correre', forse è questo l’unico obiettivo che accomuna le diverse anime del governo giallorosso, è sul come che l’incognita, di ora in ora, sembra diventare sempre più grande. L’unica possibilità, secondo un ministro dell’esecutivo, è che si proceda con un confronto diretto lo stesso, fa notare, che «vuole lo stesso Renzi». Non è infatti escluso che con il recovery plan definitivo, Conte si decida ad abbandonare i social e chiami attorno al tavolo i leader. Opzione che anche il Colle caldeggia per evitare che si apra una crisi senza fine e nefasta per un Paese che ha bisogno di risposte e non di «beghe politiche», come dice il ministro 5Stelle, Federico D’Incà. 

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