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Ora i Cinque Stelle minacciano Renzi: se strappa si va al voto

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Se non sarà il 30 dicembre, il Cdm sul Recovery fund si terrà nei primissimi giorni di gennaio. Lo assicurava una qualificata fonte M5s, poco prima che Matteo Renzi tenesse la sua conferenza stampa in Senato. Il tempo necessario per raccogliere tutti i dossier delle forze politiche, ma intanto nel Movimento si aspettava quello che il leader di Iv avrebbe detto: se Renzi strappa, osservavano esponenti di spicco di M5s, l’unica strada possibile sembra quella del voto. "Non vedo come possa nascere un nuovo governo con una nuova maggioranza", veniva sottolineato da una fonte del partito.

Quello che non va è anche il metodo, c’è chi, poi, notava: in una coalizione ci si siede intorno ad un tavolo e si discute e non nasconde una certa irritazione. Intanto, se domani una rappresentanza del Movimento vedrà sulla questione i ministri Roberto Gualtieri ed Enzo Amendola - che incontreranno nel giro di due giorni i partiti di maggioranza - il capo delegazione al governo Alfonso Bonafede e il capo politico del Movimento,Vito Crimi, mettono nero su bianco le indicazioni che arriveranno dai pentastellati: «La proposta sul Next Generation Eu del Movimento 5 Stelle è pronta e nei prossimi giorni la discuteremo con le altre forze di governo. Proprio nel solco dello spirito con cui si è aperta questa nuova prospettiva europea, al centro ci sono i giovani, che hanno già pagato lo scotto di due crisi, a causa di leggi che precarizzavano il lavoro e dei tagli ai servizi pubblici essenziali, come la scuola. Sono proprio gli investimenti nell’istruzione, oltre a quelli destinati alla digitalizzazione e per la svolta green, quelli che dovranno avere la priorità, in quanto ci consentono di immaginare e costruire un nuovo mondo del lavoro e dell’impresa».

Mercoledì il Parlamento dovrebbe approvare senza sorprese in via definitiva la Manovra, evitando così al Paese l’esercizio provvisorio. Ma superato lo scoglio del Bilancio altri fronti nella stessa maggioranza, con il Recovery, restano aperti ed è facile prevedere che il richiamo del leader Iv alla Tav non passi inosservato nei 5 stelle: «Sull’Alta Velocità non torniamo indietro, non facciamo sconti a nessuno, come sul Mes», ha detto oggi Renzi. «Vi sembra possibile che nel silenzio l’unico vero attacco al governo lo ha fatto quella forza politica che non ha voluto votare il parere sulla Tav, e si chiama M5s non Iv? Non stiamo complottando noi contro il governo ma chi dice ’nò all’Alta velocità», ha aggiunto.

Una conferenza stampa in Senato (non mancano le amate slide) per ribadire al presidente del Consiglio che il piano elaborato dal Governo per il Recovery altro non è che «un collage talvolta raffazzonato» di pezzi di diversi ministeri, «senza anima e senza ambizione. Avrò anche un partito che vale il 2%, come dicono loro, ma intanto sui contenuti li ho inchiodati». Matteo Renzi ha lanciato così l’ultimatum di fine anno a Giuseppe Conte.

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