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Travaglio contro Salvini: cazzaro. Duello clamoroso, il leghista lo sotterra così

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Scontro a distanza tra il leader della Lega Matteo Salvini e Marco Travaglio. Il direttore del Fatto quotidiano lo ha messo nel mirino con un editoriale di fuoco e l'ex ministro dell'Interno, che questa mattina era a Omnibus su La7, ha rispedito al mittente le accuse: "Mentre lui chiacchierava io confiscavo i beni ai mafiosi".  

 

Sullo sfondo il caso Calabria. Per Travaglio  il "centrodestra che diserta l'Antimafia e chiede le dimissioni del presidente Nicola Morra per le inesistenti offese a Jole Santelli" è una "fiaba", scrive nell'editoriale dal titolo "Il cazzaro in fuga". "Nessuno ricorda il vero motivo della guerra di Salvini&C. a Morra (..). il 5Stelle ha il grave torto di aver convocato Salvini in Antimafia ormai due anni fa, nel dicembre 2018, appena la commissione si insediò. All'epoca era per un'audizione di routine sulle strategie antimafia dell'allora ministro dell'Interno, ovviamente inesistenti (per fortuna se ne occupò il suo collega Bonafede) (...). Morra riconvocò più volte il Cazzaro Verde, non più come ministro, ma come capopartito. Lui il 12 giugno 2019 dichiarò: 'Certo che andrò in commissione Antimafia'. Lo stanno ancora aspettando", scrive Travaglio che invita il leghista a "ciapa' i ratt", in dialetto milanese. 

"Agli insulti del signor Travaglio, che deve avere una vita triste di suo, non rispondo. Da ministro ai mafiosi portavo via le ville, i soldi e le piscine mentre Travaglio chiacchierava", replica Salvini a Omnibus. E "Morra prima di parlare di Jole Santelli dovrebbe sciacquarsi la bocca".

 

Sulle convocazioni dell'antimafia Salvini spiega: "Ho sempre risposto a chiunque mi abbia chiamato, poi ho smesso di essere ministro. Quando tornerò al governo spero che Morra non sia più in Parlamento. La mafia l'ho combattuta con tutto ciò che ne consegue, come le minacce morte. Non mi risulta che altri abbiano avuto lo stesso successo", rivendica il leghista.

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