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Non tocca a Giuseppe Conte decidere cosa è necessario

Franco Bechis
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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ter ha ormai fatto una svolta copernicana da quel Conte bis dei pieni poteri che di settimana in settimana dettava come un Re Sole in dirette social e tv agli italiani cosa era “consentito” fare e cosa no. Ora il premier è diventato il più abile giocatore del cerino acceso, rapidissimo a trasferirlo in mani altrui nella speranza di bruciare le loro e non le sue dita. Così tocca ai governatori, ai pochi sindaci che lo tengono in mano e perfino ai prefetti prendere quelle decisioni di mini o medi lockdown che si stanno estendendo a macchia d'olio sul territorio nazionale.

Nel Lazio avremo da domani sera la “ordinanza Cenerentola” che costringerà tutti a rientrare in casa un minuto prima della mezzanotte, lasciando circolare nelle città solo chi con autocertificazione a rischio penale assicurerà di essere in giro per lavoro o per motivi di salute.

Il premier si è eclissato non appena visto che il castello di bugie messo in piedi dal suo governo sostenendo di avere messo in sicurezza l'Italia è crollato davanti ai primi cali di temperatura che hanno rianimato un virus forte e terribile come prima, forse più resistenze anche a quelle barriere che ci avevano dato l'illusione di fermarlo (mascherine e distanziamenti). Nulla di quanto deciso dal governo, portato a schiantarsi dai suoi “scienziati” consulenti, è servito a un fico secco.

Da due settimane gli italiani sono obbligati a portare la mascherina all'aperto, ed è esattamente il tempo che veniva ipotizzato per verificare l'efficacia della misura: non è servita a un tubo, e i contagi non solo non sono regrediti, ma sono esplosi. Quindi la realtà dice che si trattava di misura inutile: non ha alcun effetto sull'incedere del virus. Fosse stata misura adottata solo per tranquillizzare e dare l'impressione, ha evidentemente fallito anche su questo piano. Conte è riuscito pure a fare peggio, annunciando solo ieri in una chiacchierata con Bruno Vespa l'arrivo delle prime dosi di vaccino contro il Covid in italia a dicembre. Una balla grossa come una casa, che ha irritato non poco la comunità scientifica italiana e internazionale: non si gioca così con le speranze della gente.

Ieri il Conte ter fantasma è apparso in Senato a spiegare perché si è tolto il cerino di mano. Essendo trasmesso in diretta, il premier ha pensato bene di rivolgersi agli italiani con un appello che potrebbe sembrare da libro Cuore: “Evitate gli spostamenti non necessari e le attività superflue”, ha chiesto Conte. E si è infilato in un tunnel: quali sono gli spostamenti non necessari? E quale attività sarebbe superflua? Fin qui le autorità hanno puntato il dito sullo svago e il divertimento dei ragazzi (la movida, gli apertivi, i dopo cena), e lo stesso presidente del Consiglio ieri ha sostenuto che i contagi sono esplosi proprio lì: “ne abbiamo evidenza epidemiologica”.

Sarà anche possibile, ma di Conte non mi fido: ne ha già dette troppe fin qui, e bisognerebbe avere dati certi e spiegati nel dettaglio agli italiani, non affermazioni apodittiche e cifre gettate nella mischia senza alcun fondamento come quelle sui contagi a scuola fornite dal ministro Lucia Azzolina (erano una sua invenzione basata su un mini campione di questionari senza alcuna rilevanza statistica).

In un momento difficile come questo non è consentito a premier e ministri parlare a vanvera in questo modo, ma si pretenderebbe serietà e professionalità all'altezza della situazione. Non devono nascondere la realtà (l'origine dei contagi è quasi tutta negli spostamenti sui mezzi pubblici e nella scuola), ma affrontarla senza nascondersi dietro fili d'erba. Anche perché non serve a nulla.

Esattamente otto giorni fa speravo scherzosamente avevo profetizzato il ritorno di quel mostro giuridico e anticostituzionale che è l'autocertificazione per spostarsi. Eccola lì, è tornata sia pure in forma meno invasiva e solo oraria. Ma temo che non servirà a nulla, come a nulla serviranno limitazioni e interventi che non si fondano sui dati dell'epidemia e quindi non fermeranno i contagi perché è nella scuola e nei trasporti pubblici che vengono alimentati. Vorrei tanto essere smentito e fischiato per avere detto qui una sciocchezza.

 

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