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La lista Conte già perde pezzi per strada: in calo il consenso nei sondaggi

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Uno dei fattori di instabilità della maggioranza giallo-rossa risiede certamente nelle tribolazioni interne al Movimento 5 Stelle, con la guerra scoppiata questa settimana tra Davide Casaleggio e i gruppi parlamentari, guidati dal «comitato di garanzia». Al Movimento manca una leadership chiara, e questa mancanza comincia a pesare. Fino a qualche mese fa, si faceva persino il nome del premier Giuseppe Conte come possibile nuovo capo politico del M5S: secondo un sondaggio Quorum/YouTrend, però, il consenso per il premier è in discesa. Una lista da lui capeggiata oggi varrebbe quasi quanto lo stesso M5S (11,5% contro 12,3%), ma se confrontato con i dati di giugno si può notare una discesa del gradimento degli italiani per Conte: allora i sondaggi davano la sua lista al 14.3%.

 

 

Mentre sta arrivando la seconda ondata in concomitanza con i primi freddi, l’istituto Ixè rileva come sia in crescita il numero di italiani preoccupati per gli sviluppi della pandemia: ad oggi si dichiara tale l’85% degli intervistati, con il 33% che si definisce «molto preoccupato» (a giugno tale quota era meno della metà, il 15%). A questa preoccupazione, forse non per caso, si accompagna una crescita della fiducia per il ministro della Salute, Roberto Speranza: secondo Ixè, in questo momento Speranza è il secondo esponente politico più apprezzato dagli italiani, con un tasso di fiducia del 49%.

Dopo innumerevoli settimane di «avvicinamento», alla fine è arrivato il sorpasso: Fratelli d’Italia supera il Movimento 5 Stelle e diventa - virtualmente - il terzo partito italiano, dietro a Lega e Partito Democratico. Un sorpasso che alcuni istituti di sondaggio avevano iniziato a registrare già prima dell’estate, ma che solo ora viene «certificato» da Supermedia. 

La Lega continua ad essere il primo partito italiano, ma tocca un nuovo record negativo (24,3%) tornando a livelli che aveva fino a un attimo prima di stipulare il «Contratto di governo» con il M5S con il quale diede vita al primo Governo Conte. Ora i punti di vantaggio sul PD si riducono a 3,4: il partito di Nicola Zingaretti infatti fa un piccolo balzo in avanti (+0,7%) forse beneficiando di un piccolo «effetto bandwagon» dopo la vittoria - anche se sarebbe meglio definirla «la mancata sconfitta» - alle Regionali di poche settimane fa.

 

 

Alle spalle dei primi 4 partiti, racchiusi ormai in poco più di 8 punti, ci sono poche variazioni: Forza Italia scende di mezzo punto (6,6%) mentre Italia Viva, Azione e la Sinistra oscillano sempre intorno alla soglia del 3%. Ancora sotto il 2% invece Più Europa (1,8%) e Verdi (1,6%). Per quanto riguarda le aggregazioni, si conferma una tendenza già vista in passato.

Le singole liste possono anche conoscere variazioni notevoli, ma le aree restano complessivamente stabili. Questa settimana, ad esempio, l’area giallo-rossa di Governo guadagna un solo decimale (salendo, per così dire, al 42,7%) mentre l’opposizione di centrodestra (Lega-FDI-FI-Cambiamo) perde altrettanto.

Con il 48,1% dei consensi virtuali, il centrodestra è però tuttora, e largamente, la prima area politica del Paese. Questi numeri, se guardati in ottica storica, ci dicono che nel panorama politico del Paese si stanno verificando due fenomeni: da un lato un indebolimento relativo della Lega a favore di FDI nel centrodestra; dall’altro una «cristallizzazione» dei rapporti di forza tra maggioranza e opposizione, in favore di quest’ultima. 
 

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