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Il delirio pauperista di Grillo: "Crescita e Pil? Non hanno senso". E sulla democrazia...

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Ospite all'Europarlamento rilancia le sue teorie antieconomiche. E invita a scegliere a sorte i parlamentari

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Che fosse un fan della decrescita felice era noto. E la svolta europeista del suo Movimento 5 stelle non ha modificato queste convinzioni. Così Beppe Grillo, ospite del presidente dell'Europarlamento David Sassoli in un "webinar" sul futuro dell'Unione, articola ancora meglio la sua teoria "economic": «Parole come debito e Pil non hanno più lo stesso significato - dice il comico -. Siamo ancora con gli economisti che si sono laureati su libri scritti 50 anni fa, a parlare di crescita, Pil, benessere, debito... Il Pil non indica il benessere».

Va detto che il governo Conte sembra aver messo perfettamente in pratica questa dottrina, visti gli ultimi risultati non proprio brillanti degli indicatori dell'economia italiana. Ma il fondatore del M5s va oltre, e quando gli si chiede il suo parere sul referendum sul taglio dei parlamentari, non nasconde tutto il suo disprezzo per l'attuale sistema rappresentativo della democrazia italiana: «Quando noi usiamo un referendum, usiamo il massimo dell’espressione democratica. Per me, che ho contribuito alla democrazia diretta, quindi non credo assolutamente più in una forma di rappresentanza parlamentare ma nella democrazia diretta, fatta dai cittadini attraverso i referendum, andare a votare sì o no alla diminuzione dei parlamentari è come se chiedi a un pacifista ’sei a favore o no della guerra?’».

Parlando della scelta dei parlamentari, invece, ha detto: "Si cominciano a prospettare scenari come l’estrazione a sorte, perché no? Perché non posso selezionare una persona con certe caratteristiche. Se una persona in una giuria popolare può dare un ergastolo può anche occuparsi, a tempo determinato, del suo comune, regione, Paese».

 

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