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Il sottosegretario si dimette contro la Azzolina. Ma cambia solo ministero

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«Non voglio fare polemiche, ci sono state divergenze. Sull’assunzione dei precari, sulle deleghe che non sono state distribuite. È normale che in un governo di coalizione ci siano posizioni diverse tra esponenti di partiti diversi, ma questo ha reso ad un certo punto impossibile il mio lavoro». Così in un’intervista a "La Stampa" Giuseppe De Cristofaro (LeU) che da tre giorni non è più sottosegretario all’Istruzione e si è trasferito al ministero dell’Università con lo stesso incarico.

 

 

 

«Un gesto - si legge - che è frutto di uno scontro con la ministra Lucia Azzolina ad un certo punto divenuto insostenibile». «Avrei preferito un po' di sintesi in più tra le diverse posizioni, maggiore ascolto dei sindacati, delle parti sociali, delle posizioni espresse dal Consiglio Superiore di Istruzione. Era necessario un maggiore coinvolgimento della comunità scolastica - sottolinea - La necessità di coinvolgere la comunità scolastica secondo me è sempre necessaria, ma lo è in particolare in un momento di emergenza come quello che abbiamo attraversato. Oltretutto gran parte dell’attività della ministra Azzolina si è svolta durante la chiusura delle scuole e quindi ha riguardato la gestione della pandemia». «Chiunque si sarebbe trovato in grande difficoltà in una situazione in cui all’improvviso 8 milioni e mezzo di studenti non possono andare in classe e si deve affrontare l’emergenza con un sistema che ha delle criticità accumulate nel corso degli anni. Si è fatto molto, ma si doveva riconoscere che un milione e mezzo di studenti non sono stati raggiunti, e si doveva dialogare con tutti per trovare delle soluzioni» sottolinea De Cristofaro. Che sul suo impegno per l’Università punta sul divario: «Fare in modo che la maggior quantità di risorse possibili sia destinata a università, ricerca e anche scuola, per ridurre il più possibile le disparità tra Nord e Sud».

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