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Panico conti pubblici, a rischio pensioni e stipendi. E Gualtieri deve smentire

Roberto Gualtieri

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Con i soldi del recovery fund che arriveranno l'anno prossimo continua il pressing di Pd e Italia viva sul governo di Giuseppe Conte per avvalersi del Mes. A far esplodere la polemica di giornata è un retroscena del Sole 24 Ore, secondo cui il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, durante l’ultimo vertice delle delegazioni di maggioranza a Palazzo Chigi, lunedì sera, prima del Cdm, avrebbe prospettato «tensioni di cassa» sui conti pubblici, soprattutto dopo il nuovo scostamento di bilancio, che le Camere dovranno votare il prossimo 29 luglio. Per evitare ’sofferenze' anche sull'ordinario come pensioni e stipendi, dunque, sarebbe stato necessario ricorrere ai fondi del Mes.

 

L’articolo è rimbalzato alla velocità della luce sulle chat delle war room pentastellate. La risposta è arrivata a stretto giro di posta direttamente dal capo politico, Vito Crimi, che in radio ha definito «asincrono» il dibattito sul Meccanismo europeo di stabilità. Piuttosto, il vice ministro dell’Interno invita a pensare come spendere al meglio gli 85 miliardi totali dei vari scostamenti di bilancio, oltre ovviamente ai soldi del Recovery fund. Segno che la tensione è salita oltre il livello di guardia. Al punto che fonti del Mef hanno dovuto smentire l’indiscrezione. E in serata, fuori tempo massimo per i ritmi della comunicazione politica,  via XX Settembre si è mosso con una nota ufficiale: «Nessuna criticità di cassa, le entrate sono in linea con le aspettative». Chissà, però, se basterà a cancellare dubbi e sospetti.

 

Ad agitare le acque anche il confronto sul recovery fund, una montagna di soldi che non può essere gestita da poche mani. È questo il refrain che, off the record, si sente ripetere tra le truppe parlamentari dei partiti di maggioranza appena si tocca il tema. E la tensione sale vertiginosamente soprattutto nei due principali pilastri della coalizione di governo, M5S e Pd. Ai pentastellati l’idea di una task force che abbia la facoltà di elaborare il famoso piano di riforme e investimenti, su cui far poi gravitare i 209 miliardi stanziati dall’Europa, e che risponda direttamente a Palazzo Chigi, non è mai andata a genio. Nonostante quelli che l’universo cinquestelle chiama ’semplici dubbi', però, il profilo è rimasto comunque basso, per evitare frizioni con il premier, Giuseppe Conte, e con il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Perché - suggerisce più di un parlamentare - tra i due sembra tornato il feeling.

 

La soluzione che il Movimento ritiene più adatta è quella indicata da Roberto Fico alla cerimonia del Ventaglio, con l’istituzione di una commissione speciale Recovery. Il presidente della Camera sogna di poterla ospitare a Montecitorio, ma è più probabile che sia una bicamerale, come richiesto anche dalle opposizioni. I senatori del Partito democratico hanno la richiesta nel cassetto, pronta per essere depositata e accorciare i tempi. Il compromesso riporterebbe la discussione - almeno quella non pubblica - a toni meno aspri. Anche se c’è già chi prova a spegnere le polemiche. «Non c’è alcun litigio o volontà di creare sovrastrutture», assicura infatti il responsabile del Mise, Stefano Patuanelli. Semmai «il governo deve trovare il miglior coordinamento possibile per gestire una fase storica del Paese» e «tutti i ministri debbono avere un tavolo permanente di confronto politico e un supporto tecnico che ci permetta di rispettare un serrato cronoprogramma».
 

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