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Assegno universale a chi ha figli minorenni. Ecco la bozza del Family Act

Il ministro Elena Bonetti

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Assegno familiare a tutti, a patto che si abbia in casa figli con meno di 18 anni. E' la novità principale contenuta nella bozza del Family Act che nelle prossime ore andrà in Consiglio dei ministri. Un provvedimento, quello voluto dalla ministra per la Famiglia Elena Bonetti, che ha avuto una gestazione piuttosto lunga - soprattutto per i contrasti in maggioranza sulla dotazione finanziaria da assegnare alla misura - e che ora sembra essere finalmente arrivato alla stretta decisiva.

L'assegno, come detto, sarà "unversale" e avrà una base riconosciuta indipendentemente dal reddito e una parte variabile a seconda della base Isee, ovvero del reddito della famiglia che lo percepisce. La bozza è composta da otto articoli. Nel numero 2 è scritto: "L’assegno universale costituisce un beneficio economico attribuito a tutti i nuclei familiari con figlie e figli a carico - si legge nel testo del disegno di legge - l’assegno universale ha un importo minimo per tutti i nuclei familiari con uno o più figlie o figli, cui viene aggiunta una quota ulteriore e variabile determinata per scaglioni dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE); l’assegno universale viene attribuito mensilmente mediante la corresponsione diretta di una somma di denaro ovvero mediante il riconoscimento di un credito da utilizzare in compensazione dei debiti di imposta".

"L'assegno universale è attribuito per ciascun figlia o figlio, fino ai diciotto anni di età" e "in caso di figlia o figlio successivo al secondo, l’importo dell’assegno universale è maggiorato del venti per cento". Il provvedimento presta un’attenzione in più per le famiglie con figli disabili: "l’assegno universale è incrementato per ciascun figlia o figlio con disabilità, ai sensi dell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104", è riportato infatti nel testo.

"L’assegno universale non concorre a formare il reddito complessivo" è scritto ancora nella bozza, e "viene riconosciuto già dal settimo mese di gravidanza". 

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