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Coronavirus, Arcuri in versione mistica: decidevo della vita e della morte

Il commissario all'emergenza da Lucia Annunziata: "Eravamo impreparati. Ho dovuto scegliere dove mandare i ventilatori polmonari"

Domenico Alcamo
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Domenico Arcuri va a Rai 3, a Mezz’ora in più, e mai fu tragicamente rivelatrice la sua retorica auto-mistica: «Storie come quelle di marzo, quando dovevo decidere dove mandare i ventilatori polmonari e regalare la vita, non devono più ripetersi. Non dobbiamo dimenticare quanto è successo».

Parole che testimoniano come l’Italia, nonostante gli allarmi e l’evidenza (per quanto occultata del dramma cinese), fosse del tutto impreparata all’ondata di contagi Covid. «Io credo che noi dobbiamo rispettare la nostra memoria», ragiona Arcuri dopo la messa in onda di testimonianze di parenti di morti per il Coronavirus, «quello che ho ascoltato non va dimenticato e neanche relegato in una conversazione privata. Ricordo le prime notti, eravamo completamente disarmati». Parole molto chiare, che terremotano un’altra volta, l’ennesima , la retorica scaturita nelle prime settimane da governo e maggioranza, che spargeva abbracci ai cinesi e aperitivi milanesi...

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