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Zaia sempre più vicino a Palazzo Chigi ma Salvini non sta a guardare

Matteo Salvini

Anche l'ex ministro Maroni sostiene il governatore del Veneto

Alberto Di Majo
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Chissà che fine faranno i manifesti con la scritta "Salvini premier" ora che il governatore del Veneto Luca Zaia sembra destinato ad arrivare presto a Palazzo Chigi. Sondaggi, certo, ma il calo del segretario del Carroccio (dal 34% delle ultime elezioni al 25/26% che gli assegnano le ultime previsioni) non sta soltanto nei numeri dei politologi. La scalata del governatore del Veneto Luca Zaia è evidente: poche chiacchiere e una gestione dell'emergenza Coronavirus apprezzata non soltanto dagli abitanti della sua regione (secondo la ricerca pubblicata pochi giorni fa su "Repubblica", per fiducia degli elettori Zaia sarebbe secondo soltanto al premier Giuseppe Conte). Che qualcosa si muova anche nel centrodestra lo certifica l'ex ministro Roberto Maroni che ha rilanciato questo scenario: Zaia premier e Salvini alla guida del partito. Un sostegno esplicito al governatore: "E' bravo. Lo definisco un veneto di rito ambrosiano. Concretezza, cautela, coraggio e riservatezza. Nella lotta al Covid ha avuto intuizioni importanti, come il tampone a tappeto, ma tutti i governatori si sono impegnati al massimo". Poi Maroni, sempre parlando con "Repubblica", ha concesso: "Il leader della Lega è Salvini". E ha aggiunto: "Zaia non ha alcuna intenzione di fare il capo della Lega. Sa governare e adattarsi alla linea del partito, leale e fedele. Sarà rieletto in Veneto ed è l'unica cosa che gli interessi. Poi, certo, lo vedrei bene alla guida del Paese fuori dalla pandemia. Luca sarebbe certamente in grado di guidare una coalizione e un governo senza conflitti". L'ex ministro non ha risparmiato la stoccata al segretario: "Nella storia della Lega c'è stato sempre solo uno stratega: Bossi. Che ragionava d'istinto, sentiva le cose. Ma si faceva poi assistere da un tattico, alla conduzione della barca. E da alcuni consiglieri. Anche Salvini è stratega, ma questo gioco di squadra sinceramente non l'ho visto. Detto questo, - ha concluso Maroni - puoi aver commesso errori come tutti, passando dal 34 al 26 per cento, ma se resti comunque primo partito, mi sembra un happy problem. In lui riconosco leadership e capacità straordinarie". Non l'avrà presa bene Salvini, che non riesce a frenare la perdita di voti né fuori né dentro la coalizione, visto che i Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni continuano a incrementare consensi (sarebbero al 14%). Peraltro una figura come Zaia, ragionano nel centrodestra, sarebbe meno divisiva di Salvini e potrebbe catalizzare anche i voti dei moderati che guardano al centrosinistra. Salvini non starà a guardare, anche se per ora fa buon viso a cattivo gioco. "Maroni propone Zaia per la guida del Paese? Io sono solo orgoglioso se uomini e donne della Lega sono amati e apprezzati in Italia e nel mondo" ha detto il segretario a "7Gold". "Luca Zaia - ha aggiunto - lo sento tutti i giorni, lavoriamo insieme come con tanti sindaci e tanti altri governatori. Quindi per me è motivo di orgoglio se qualcuno della Lega è riconosciuto come un grande sindaco, un grande governatore. Poi, ripeto, in questo momento i giochini tra partiti non mi appassionano e prima si salvano vite, si salvano posti di lavoro". Certo "è chiaro che prima o poi gli italiani saranno chiamati a votare e spetterà a loro giudicare questa compagine, questa maggioranza di sinistra molto litigiosa, capire se avrà dato le risposte che il popolo aspettava, oppure se è necessario un cambiamento". Dicono che Zaia non ci pensi ad andare a Palazzo Chigi, che voglia soltanto restare alla guida del Veneto. Sarà vero ma, si sa, la politica italiana riserva continue sorprese.

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