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Il ministro Provenzano vuole dare il reddito di cittadinanza anche a chi ha casa e lavoro

Davide Di Santo
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Per evitare che esploda la rabbia sociale come accaduto per i supermercati assaltati in Sicilia il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano propone liquidità immediata e ampliamento del reddito di cittadinanza. "Ho paura che le preoccupazioni che stanno attraversando larghe fasce della popolazione per la salute, il reddito, il futuro con il perdurare della crisi si trasformino in rabbia e odio (...). Dobbiamo mettere i soldi nelle tasche degli italiani a cui fin qui non siamo arrivati", dice il ministro in un'intervista a Repubblica. Pochi giorni fa avevano fatto discutere le sue dichiarazioni sull'aiuto necessario anche ai lavoratori in nero. Nell'intervista di oggi ribadisce che "nell'emergenza, servono misure universali e immediate di sostegno al reddito". Leggi anche: Partite Iva a secco e Provenzano vuole soldi per chi lavora in nero Al vaglio dell'esecutivo anche l'estensione del reddito di cittadinanza: "Volevamo migliorarlo già prima del coronavirus, adesso diventa indispensabile. Rivedendo i vincoli patrimoniali, chi ha una casa familiare o dei risparmi in banca che non vuole intaccare oggi non può accedervi. Rafforzando il sostegno alle famiglie numerose. Rendendolo compatibile con il lavoro, per integrare il reddito se necessario. All'economia di sopravvivenza che non è solo al Sud, ma coinvolge anche autonomi, partite Iva proletarizzate, piccoli professionisti, occorre offrire una garanzia nella legalità", dichiara Provenzano che entra nel dettaglio: "Per chi ha perso il lavoro dev'essere una cifra equa rispetto alla cassa integrazione: 1000-1100 euro al mese. In tutti gli altri casi dev'essere un compenso che garantisca la dignità. Bisogna creare lavoro buono con gli investimenti. Ma in attesa che questo avvenga la società va accompagnata". Il rischio, dice il ministro, è che al Sud la criminalità si sostituisca allo Stato: "Già nella crisi precedente le cosche fornirono la liquidità che mancava. Tocca alle istituzioni offrire l'alternativa. La tenuta democratica si esercita così".

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