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Lombardia al collasso: scoppia il caso mascherine-carta igienica. E arriva Bertolaso consulente

In Lombardia arrivano da Roma le mascherine. L'assessore Gallera polemizza. "Fazzoletti, inutilizzabili"

Silvia Sfregola
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Mentre le morti in Lombardia sfiorano quota mille, sale la tensione tra Roma e Milano per alcune mascherine inviate dalla Protezione civile, bollate come inefficaci e inutilizzabili, subito ritirate dagli ospedali della Regione. "Oggi le mascherine che possono essere usate sono FFp2 o FFp3, magari anche quelle chirurgiche, invece ci sono arrivate queste", dice l'assessore alla Sanità lombarda, Giulio Gallera, sventolando quello che definisce "un fazzoletto, un rotolo di carta igienica". Operatori sanitari lombardi, stremati dall'emergenza, hanno fatto notare come sulle mascherine non ci sia il marchio della Comunità europea. L'aggancio alle orecchie, poi, è assicurato da un semplice taglio nella stoffa: è facile che la protezione possa cadere mentre si opera. Gallera, il suo collega al Bilancio Davide Caparini, e il governatore della Lombardia Attilio Fontana, sottolineano tutti di non voler fare polemica, vista la situazione drammatica della Regione, messa in ginocchio dal coronavirus. Ma raccoglie il vento di protesta arriva Matteo Salvini, segretario della Lega, il partito di Fontana, scatenando una reazione a catena, con il Pd che parla di "polemica contro gli interessi dei cittadini". Per approfondire leggi anche: Furia Gallera sulle mascherine da Roma. Borrelli: no polemiche Il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, parla di critiche senza fondamento, perché "stiamo continuando a cercare mascherine, respiratori e materiali per la cura". Borrelli si augura che ci possa essere maggiore coesione tra istituzioni, e ricorda che la recente nomina di Domenico Arcuri (Invitalia) proprio per l'approvvigionamento del materiale sanitario. Borrelli spiega che Arcuri è arrivato "per razionalizzare le strutture, che possono essere riconvertite", visto che purtroppo in Italia non c'è una produzione nazionale di mascherine, "perché il mercato ha sempre puntato al più basso margine". Come se non bastasse, le frontiere sono chiuse al commercio di questo materiale: i fornitori dalla Protezione civile avevano contatti in India, Romania, Russia e Francia. Tutti hanno detto che preferiscono tenere le mascherine dentro ai propri confini. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, annuncia che dalla Cina saranno importate 2 milioni di mascherine e centinaia di ventilatori, mentre il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dice che l'esecutivo lo ha rassicurato: entro metà della prossima settimana il problema sarà risolto. Su un altro fronte, cioé la costruzione di una grande terapia intesiva all'ex Fiera di Milano, arriva la nomina di Guido Bertolaso, nome su cui nei giorni scorsi il centrodestra aveva fatto forti pressioni per un ruolo nazionale. Il presidente della Lombardia Fontana ha chiesto a Bertolaso di affiancarlo come consulente personale. Il compenso, simbolico, sarà di un euro. Bertolaso, che in passato è stato lui stesso capo della Protezione civile, ha preso le redini dedicando il suo primo pensiero ai medici in prima linea. E dicendosi sicuro di poter aiutare: "Se ho aperto l'ospedale Spallanzani vent'anni fa, ed ho lavorato in Sierra Leone durante la micidiale epidemia di ebola, forse qualcosa di utile con il mio team spero di riuscire a farlo", dice.

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