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Sulla prescrizione balla tutto: maggioranza divisa. Il governo rischia

«La svanghiamo, pare». Nei corridoi di Montecitorio, dopo la tensione dei giorni scorsi, si torna a respirare. Il Governo non cadrà sulla prescrizione. Non adesso, almeno. Lo scontro, infatti, è solo rimandato. Dopo gli ultimatum arrivati da Matteo Renzi, palazzo Chigi prova a sminare il campo decidendo di non «forzare»: nessun emendamento con il lodo Conte bis viene presentato al decreto Milleproroghe. La mediazione su cui sono d'accordo M5S, Pd e Leu diventerà oggetto di un disegno di legge che dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri già giovedì, insieme al disegno di legge delega che contiene la riforma del processo penale. Renzi esulta. «La decisione del Governo di non inserire il Lodo Conte sulla prescrizione nel Mille Proroghe mi sembra un gesto di buon senso, che evita forzature e spaccature. Lo apprezzo. Quando arriverà la legge sulla prescrizione in Aula noi voteremo coerenti con le nostre idee e il garantismo che ci caratterizza», mette nero su bianco sui social. La tensione, insomma, resta alta. Rimessa (per il momento) nel cassetto la mozione di sfiducia nei confronti del Guardasigilli Alfonso Bonafede, il leader di Iv rimane fermo sulle sue opposizioni: giovedì in Consiglio dei ministri, confida ai suoi, «voteremo a favore della riforma del processo penale e contro al ddl con il lodo Conte bis». È una tregua destinata a durare 48 ore insomma. In realtà la spaccatura interna alla maggioranza viene fotografata nella sala del Mappamondo di Montecitorio, dove le commissioni Bilancio e Affari costituzionali esaminano il decreto Milleproroghe. I giallorossi traballano già quando Iv vota insieme a Lega, FI e FdI un emendamento a prima firma Magi che prevede la sospensione fino al 31 dicembre 2023 della legge Bonafede sulla prescrizione. La proposta di modifica viene bocciata sul filo, con i voti contrari di Pd e M5S (44) e i voti favorevoli (42) dei renziani uniti a quelli delle opposizioni. Il margine sarebbe più ampio in realtà, ma dei problemi tecnici sulle deleghe per gli assenti da sostituire spingono a un rinvio. Si voterà domani pomeriggio, quindi, il cosiddetto lodo Annibali, che prevede il rinvio di un anno della riforma della prescrizione. Gli alleati non apprezzano. Nicola Zingaretti bolla come «un insopportabile teatrino della cattiva politica» la minaccia di Renzi su una possibile mozione di sfiducia al suo stesso Governo. «Vedo che Salvini, Meloni e Berlusconi ormai stanno zitti, forse perché l'opposizione per loro la sta facendo qualcuno altro e questa situazione sta diventando veramente insostenibile», tuona. Per i Dem l'azione dei «geniacci politici» renziani, altro non ha fatto che allungare la permanenza in vita della legge Bonafede. Accusa respinta al mittente da Iv: «Il Pd vota una legge di Bonafede e Salvini pur di non votare con noi la sua legge firmata Orlando», è la linea. Domani il secondo tempo. (video agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev)

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