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Il Pd s'è fumato il cervello. Sala vieta le sigarette a Milano, il partito esulta

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A Roma per fortuna scettica la Raggi, ma fra i suoi c'è chi si fa tentare

Fernando M. Magliaro
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Il sindaco di Milano, Beppe Sala, lancia l'idea di inserire, nel nuovo regolamento «Aria e clima» che il consiglio comunale si appresta ad esaminare a marzo, anche il divieto di fumo alle fermate di tram e autobus oltre che nei luoghi dove ci sono persone in coda. In un incontro coi cittadini Sala ha anche espresso l'auspicio che in tutta la città si possa arrivare al totale divieto di fumo all'aperto entro il 2030 quando «non permetteremo più di fumare all'aperto, ma da subito, o a breve, alle fermate dell'autobus non si fumerà e nemmeno in coda per i nostri servizi», ha detto. Per approfondire leggi anche: Milano, fumo vietato alle fermate del bus Esulta il Pd del capoluogo lombardo: «Vietare il fumo alle fermate dei mezzi pubblici è giusto e utile: il fumo delle sigarette contribuisce in città alla formazione dello smog in misura del 5/7%» spiega il consigliere comunale Carlo Monguzzi. Anche se il coordinatore dei Verdi Angelo Bonelli raffredda gli entusiasmi: «Pensare che questo divieto sia utile nella lotta allo smog non solo è sbagliato ma rischia di essere drammaticamente dannoso per chi chiede provvedimenti strutturali nella conversione ecologica delle città». E a Roma? Il sindaco, Virginia Raggi, è perplessa. Molto deciso, invece, è il presidente della Commissione Ambiente del Campidoglio, il grillino Daniele Diaco: «Quella di Sala è un'iniziativa coraggiosa e importante per la salute pubblica. Io non sono un fumatore e quindi sono contrario per principio al fumo. Quello che pensavo di fare nella mia veste di consigliere è di inserire, con un emendamento o una mozione, all'interno del Regolamento per il Verde pubblico un divieto di fumo in prossimità delle aree giochi interne ai parchi cittadini. In realtà la legge già prescrive il divieto di fumo anche all'aperto se si è in presenza di minori ma troppe volte si vedono fumatori incuranti del divieto e inserire un richiamo anche nel Regolamento capitolino potrebbe dargli maggiore forza. A livello comunale non è ancora inserito questo divieto vicino o addirittura dentro le aree gioco. L'idea di vietare il fumo nelle intere aree verdi di Roma potrebbe essere il giusto compromesso anche perché pensare di vietare il fumo nell'intera città potrebbe essere un provvedimento molto forte. Forse troppo forte». Molto meno tranciante il presidente della Commissione Sanità della Regione Lazio, Giuseppe Simeone (Forza Italia): «Qualunque provvedimento che abbia l'obiettivo di tutelare la salute pubblica è sicuramente utile. Però, occorre anche avere una visione di insieme e organica. Non ha molto senso pensare di tutelare la salute delle persone vietando il fumo a Milano ma consentendolo al di là del confine comunale. Insomma, le cose devono essere organizzate in maniera più coordinata e organica altrimenti quello che otteniamo è un paradosso almeno nel nostro caso specifico: troppo fumo e niente arrosto. Il problema del tabagismo ha effetti generali anche a livello di costi per l'assistenza sanitaria quindi magari fosse che si smettesse con il fumo. Però, appunto, le cose vanno fatte con criterio e accompagnandole non solo con i divieti ma anche con un'attenta opera di educazione e cultura anche e soprattutto nei confronti delle giovani generazioni. Altrimenti rischiamo di avere situazioni simili a quella dello stop alle auto euro6 che inquinano quasi zero ma multate da vigili su auto euro3 che inquinano molto di più. Ecco, paradossi come questo non dovrebbero esserci e l'iniziativa di Sala, pur meritevole, così rischia solo di essere un provvedimento poco incisivo».

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