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La resa di Conte: "Governo fermo fino alle Regionali"

Il premier rinvia la verifica a fine gennaio: "I partiti hanno bisogno di tempo per elaborare un'ampia riflessione". Tradotto: devono aspettare l'esito del voto in Emilia e Calabria...

Carlantonio Solimene
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La resa di Giuseppe Conte. Il premier, in una lunga intervista al Corriere della sera, per la prima volta ammette lo stallo totale della sua maggioranza. Parlando della verifica di governo, più volte annunciata e finora mai avvenuta, il presidente del Consiglio è costretto ancora una volta ad arroccarsi in una fase interlocutoria: "Si tratterà più esattamente di un 'confronto' con le varie forze di maggioranza per impostare l'Agenda 2023 - spiega Conte - sulla base di alcune priorità che io stesso ho individuato. Da un primo scambio con le forze politiche ho compreso che conviene attendere ancora alcuni giorni per dare il tempo a tutti di elaborare un'ampia riflessione. Oggi parte la riflessione interna al Pd. Anche il M5S sta completando un'opera di riorganizzazione interna e chiede alcuni giorni per offrire il proprio contributo. È ragionevole che il confronto slitterà alla fine di questo mese". In pratica, ammette Conte, bisognerà attendere l'esito del voto delle Regionali in Emilia Romagna e Calabria. E non perché, a fronte di un risultato negativo, per l'esecutivo sarebbe difficile andare avanti ("Questo voto è importante, ma rimane espressione di una comunità regionale e non decide del destino del governo nazionale"). Ma perché le due forze principali della maggioranza - Pd e Cinque stelle - non possono permettersi di affrontare argomenti troppo spinosi (dalla revoca delle concessioni autostradali ad Aspi al dibattito sulla prescrizione) prima che si aprano le urne, per non "compromettersi" eccessivamente davanti al proprio elettorato. "L'importante è ripartire con maggiore coesione, chiarezza di obiettivi, massima determinazione. Vogliamo che l'Italia torni a correre». Peccato che il governo non riesca neanche a camminare...

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