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Sardine? No, in piazza San Giovanni la solita sinistra

In piazza San Giovanni con le Sardine in scena i vecchi "rossi": da Vendola agli ex girotondi. E si canta Bella Ciao

Pietro De Leo
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Finisce con "Bella Ciao!", oramai diventato jingle pubblicitario per qualsiasi espressione del politicamente corretto, dall'Eurofilia al fondamentalismo ambientalista sino all'antifascismo contro un fascismo che non c'è. Finisce anche con il duello dei numeri. 100 mila, secondo gli organizzatori, appena 35 mila, secondo la questura. Così scorrono i titoli di coda di quello che doveva essere l'appuntamento clou di questa stagione prenatalizia della sardine, tanta festa di piazza e tanta sbornia mediatica. Ossia l'adunata di Piazza San Giovanni a Roma. L'esame di maturità, in pratica. E le proposte? Sì, stavolta sono arrivate. Sono addirittura sei. Le scandisce Mattia Santori, il fondatore di questo allegro e variopinto nuovo generone con la faccia sorridente. Tenetevi forte. Primo: «Pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi politiche invece di fare campagna elettorale permanentemente. Due. Pretendiamo che chiunque ricopre la carica di ministro comunichi solamente nei canali istituzionali. Tre. Pretendiamo trasparenza nell'uso che la politica fa dei social network, sia economica che comunicativa». Poi «pretendiamo che il mondo dell'informazione protegga, difenda e traduca questo sforzo in messaggi fedeli ai fatti». Numero cinque, «la violenza venga esclusa da toni e dai contenuti della politica in ogni sua forma», con un'aggiunta: «è il momento che la violenza verbale venga equiparata a quella fisica». Ultimo: «chiediamo di ripensare il decreto sicurezza. C'è bisogno di leggi che non mettano al centro la paura». E siccome lì la piazza rumoreggiava un po', Santori l'accontenta e si è spinto sino a chiedere l'abrogazione della normativa voluta dal nemico Salvini. Insomma, tutto qui. Mesi di tam tam su tutti i giornali e le reti tv, l'appoggio incontestato dell'universo culturale della sinistra e la montagna ha partorito il topolino della solita brodaglia progressista, che di fatto chiede lo sgonfiamento della presenza mediatica degli avversari, nella convinzione che essi vincono non perché rappresentano un'istanza sociale ma per un rincoglionimento collettivo generato dai social. Roba già vista, quando i girotondini accusavano Berlusconi di... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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