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Come balla il governo sull'Ilva: ArcelorMittal deposita l'atto di recesso

Inizia la battaglia giudiziaria

Silvia Sfregola
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Sull'ex Ilva inizia la battaglia giudiziaria. Nel giorno in cui si buca una caldaia nell'Acciaieria 2 e i sindacati denunciano l'allarme sicurezza (con uno sversamento di acciaio nei tubi del gas e fiamme altissime), i legali di Arcelor Mittal hanno depositato all'iscrizione a ruolo in Tribunale a Milano l'atto di citazione per il recesso del contratto di affitto, preliminare all'acquisto, dello stabilimento siderurgico. Ora il procedimento passerà al presidente del Tribunale Roberto Bichi che provvederà ad assegnarlo ad una delle due sezioni specializzate in materia di imprese. I commissari straordinari presenteranno ricorso. In una giornata in cui il ministro dell'Economia Gualtieri parla di miglioramenti e il premier Conte scrive a tutti i ministri per creare un piano Taranto che guardi al di sopra del caso-Ilva, la situazione sembra precipitare. Il rischio spaccatura nel governo è reale: mentre il presidente del Consiglio prepara le carte in vista dell'incontro con Arcelor Mittal, sullo scudo penale arriva lo strappo di Italia Viva. Il partito guidato da Matteo Renzi ha infatti presentato alcuni emendamenti al dl fisco, dove si chiede di ripristinare, dal 3 novembre fino alla scadenza del termine di attuazione del piano ambientale, la tutela legale per gli amministratori dell'acciaieria. Dal Pd si sceglie l'attendismo, mentre nel M5S al momento è difficile trovare una sintesi. L'ala più intransigente, capeggiata dalla senatrice Barbara Lezzi, è contraria a ogni scudo, mentre un gruppo di dialoganti chiederebbe una norma più generale che valga per casi di impresa in Italia. Non è escluso che già oggi lo stesso lo stesso premier possa incontrare i pentastellati, tentando di arrivare al redde rationem con Mittal con una posizione comune. Il secondo vertice con l'azienda non è stato ancora fissato e per oggi Conte ha in agenda ufficiale incontri istituzionali con rappresentanti di Portogallo e Tunisia e una registrazione ad un programma tv. Il rendez-vous avverà probabilmente entro la settimana, con alcune proposte abbastanza precise. In primis una minitrattativa sugli esuberi, che per l'esecutivo non dovrebbero superare i duemila. Inoltre si potrebbe proporre uno sconto sull'affitto degli impianti e, ovviamente, una nuova forma di tutela da rendere operativa entro fine anno solare. Per uscire dall'impasse politica, il governo sta vagliando varie strade, con l'idea fissa di far rispettare gli «accordi siglati un anno fa», come ripete Luigi Di Maio da giorni. Nazionalizzare è «un'ipotesi e non una soluzione magica» (Roberto Gualtieri dixit), mentre Conte lancia l'idea di una «cooperazione con la Germania per cercare di confrontarci sulle soluzioni più avanzate dal punto di vista tecnologico».

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