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Odissea totopremier nel nuovo governo

Se governo politico sarà, lo sarà anche il presidente del Consiglio

Silvia Sfregola
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Se governo politico sarà, lo sarà anche il premier. E' questo l'incipit della trattativa tra M5S e Partito democratico, nel tentativo di portare al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, un nome-simbolo del nuovo esecutivo. L'obiettivo è ambizioso anche perché ci sono diversi distinguo, sia in casa dem sia tra i pentastellati. È questo uno dei nodi su cui i due leader, Luigi DI Maio e Nicola Zingaretti, devono trovare un punto di caduta, concordato. E la strada al momento è tutta in salita. Per i pentastellati la scelta tocca a loro, forti di una maggioranza relativa in Parlamento. E l'obiettivo è sicuramente quello di proporre un nome politico, non certo 'tecnico', per dare un ampio respiro alla legislatura. Ancora in corsa, e lo sarà fino all'ultimo, Giuseppe Conte (che ha ricevuto la benedizione di Beppe Grillo), già bocciato dall'ala zingarettiana, ma su cui i renziani pensano di recuperare. Un carta coperta, che sarà resa visibile solo durante l'ultimo incontro con Zingaretti, poco prima di salire al Colle da Mattarella. I presupposti però divergono. Per il Nazareno il deve esserci una discussione condivisa tra i due protagonisti della trattativa, quindi anche una decisione concordata. Ad ascoltare il Pd, il nome del presidente del Consiglio deve essere sì politico, ma non partitico. Una riserva della Repubblica, una figura terza che dia l'idea però di non essere sbarcato dalla luna. I nomi più gettonati per questo ruolo, su cui nessuno dei due avrebbe messo un veto, restano Raffaele Cantone (proposto da Pd), Roberto Fico dei 5Stelle e pure Franco Bernabè (figura che piacerebbe a Davide Casaleggio). Questi potrebbero essere due profili da utilizzare come identikit per il capo di Palazzo Chigi, mentre è da escludere Enrico Giovannini e nomi come Marta Cartabia, Paola Severino e Fabiola Gianotti: queste ultime, pur figure suggestive, perché rappresenterebbero una svolta tutta in rosa, ma più adatte eventualmente a un governo elettorale. Presto, è certo parlare di squadra di governo, anche perché tutto potrebbe ruotare sulla conferma di Di Maio in uno dei due ministeri che guida in questo momento. La discontinuità richiamata da Zingaretti potrebbe partire anche da questo. Sicuramente non dispiace al Pd, la conduzione della Difesa di Elisabetta Trenta e quella ai Beni culturali di Alberto Bonisoli. Escluso un arrivo al Viminale di Di Maio, mentre salgono le quotazioni di Marco Minniti. Alle Infrastrutture possibile l'arrivo di Stefano Patuanelli, mentre Stefano Buffagni potrebbe giocarsi la carta del ministero della Pa.

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