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Ultimatum di Salvini ai grillini: o si fanno le cose o si va a casa

Il vicepremier a Sabaudia: la Lega non vuole poltrone in più

Davide Di Santo
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Qualcosa si è rotto nell'equilibrio di governo e se Lega e Cinquestelle non ritrovano compattezza è meglio farla finita. Matteo Salvini in comizio a Sabaudia avverte l'alleato di governo al termine di una giornata di tensione.  Alla Lega "non interessa" qualche poltrona in più: "o si possono fare le cose o la parola torna al popolo", ha detto il vicepremier. "L'ultima delle cose che ci interessano è avere qualche poltrona in più. Non ci interessa qualche poltrona o ministero in più", ha detto Salvini. "I sette ministri, le sette poltrone della Lega sono a disposizione degli italiani. Fare i ministri per il gusto di fare i ministri non ci interessa: o si possono fare le cose o la parola torna al popolo", ha continuato il ministro dell'Interno. "Non mi uscirà mai una parola negativa né su Luigi di Maio né su Giuseppe Conte", ha poi precisato Salvini. "Per undici mesi abbiamo lavorato per fare leggi che interessano agli italiani. Negli ultimi due-tre mesi qualcosa si è rotto, quelli che erano i sì prima sono diventati dei no". "Io non sono fatto per le mezze sicure, se è bianco è bianco, se e' nero e' nero: o le cose si possono fare per intero, in fretta e in maniera efficace e veloce oppure star lì a scaldare la poltrona non fa per me". "Anche perché in Europa non è che stanno lì ad aspettarci", ha detto ancora il leader leghista. 

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