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Sugli Ncc arriva la stretta del governo: "Saremo costretti a chiudere"

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Gli autisti dovranno partire ogni volta dalla loro rimessa

Mary Tagliazucchi
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Più volte rimandata è arrivata la temibile stretta del Governo su Ncc e Uber. Nonostante, nel corso dei mesi, siano state molteplici le manifestazioni da parte degli operatori del settore per scongiurare questa decisione. Ad oggi devono mandare giù questo "boccone amaro" che riguarda soprattutto l'obbligo delle auto a noleggio con conducente di partire dalla rimessa – ogni volta - prima di prendere nuovi clienti. In questo modo infatti si limita la possibilità di poter accettare altre prenotazioni in marcia, cosa che invece avviene per il tassisti. E, il responsabile Anitrav della Regione Lazio, Giulio Aloisi non le manda certo a dire riguardo questa decisione che, c'è da scommetterci, creerà non pochi malumori nel prossimi giorni. “Ieri all'audizione della nona commissione Trasporti della Camera si è confermata la volontà da parte del Governo di cancellare un'intera categoria: quella del noleggio con conducente - afferma il responsabile della Regione Lazio di Anitrav - Fino al 31 dicembre 2018 abbiamo operato in modo legittimo seguendo le normative del settore dettate da una legge dello Stato che oggi si è inteso modificare per rendere gli operatori una sorta di "abusivi”. “Nel corso delle audizioni, oltre alle rappresentanze Ncc sono stati auditi anche l'Agcm e l'Art che si sono espresse totalmente in disaccordo con una modifica di legge di tale portata perché contraddizione con lo sviluppo, concorrenza e principi costituzionali – prosegue Aloisi - Nel corso delle audizioni i legali incaricati dai tassisti hanno dichiarato di essere gli estensori della modifica di legge. Questo è quanto di più sconcertante e segna profondamente questo governo che sta scrivendo una delle pagine più oscure della democrazia di questo paese”. “Se non ci sarà da parte del Governo un cambio di rotta, le imprese si troveranno costrette a chiudere in Italia per aprire in altri stati europei. Tutto questo con un danno erariale enorme per lo Stato italiano visto che il volume d'affari è circa 1 punto percentuale del Pil. Lasciamo al ministro Salvini e al ministro Tria l'incombenza di spiegare a Juncker come mai l'Italia non riesce a fare occupazione". E' l'amara conclusione del responsabile nazionale della Regione Lazio di Anitrav.

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