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Spot del 4 novembre censurato dal Governo, la ministra ammette: "Rammaricata"

"Ho preso semplicemente atto della decisione assunta dal Dipartimento per l'informazione e l'editoria"

Silvia Sfregola
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"Ho preso semplicemente atto della decisione assunta dal Dipartimento per l'informazione e l'editoria". Così la ministra della Difesa Trenta "crolla" e ammette di essere rammaricata per la decisione di censurare il video che celebrava le Forze Armate in occasione delle celebrazioni del 4 Novembre. Soldati poco "pacifisti" e il governo aveva deciso di cancellare il film facendo scoppiare una polemica sul caso. "Ne ho preso semplicemente atto" dichiara la responsabile della Difesa rispondendo all'interrogazione presentata dal senatore di Forza Italia Gasparri. "Quanto alla decisione assunta dal Dipartimento per l'informazione e l'editoria, ne ho preso semplicemente atto, seppur con rammarico, nello spirito del mio pieno e consapevole impegno a servire le Istituzioni senza riserve e con lealtà" si legge testualmente nella risposta all'interrogazione presentata dal senatore forzista. "Nei giorni scorsi avevo presentato un'interrogazione al ministro della Difesa per sapere se, come si era appreso, c'era stata una censura sul video - spiega Gasparri - È lo stesso ministro della Difesa, nella sua risposta, ad esprimere testualmente il proprio rammarico per essere stata, di fatto, commissariata dal Dipartimento per l'informazione e l'editoria che, contro le sue scelte, ha deciso di tagliare lo spot ritenendolo troppo violento". "Una decisione irrispettosa delle Forze Armate - rimarca l'azzurro - in quanto le immagini censurate mostravano le elevate capacità operative dei nostri reparti. Il Dipartimento editoria ha compiuto una evidente prepotenza nei confronti de Ministro della Difesa che non avrebbe dovuto subire silente. Avevamo quindi ragione nella nostra interrogazione e questa assurda e ingiustificabile decisione non fa altro che confermare quello che ormai ripetiamo da tempo e cioè che una parte di questo governo è apertamente antimilitarista". E ancora: "Questo episodio sconcertante si somma ai tagli previsti per lo stesso Ministero della Difesa, alla mancanza di stanziamenti per donne e uomini in divisa, alla minaccia continua alle aziende che si occupano di armamenti militari e ai loro dipendenti e molto altro. Bisogna porre un freno a questi atteggiamenti che minacciano non solo l'intero comparto sicurezza-difesa ma anche la sicurezza del Paese. Se il ministro Trenta mi risponde di essere rammaricata per non essere riuscita a difendere uno spot, come difenderà personale e bilanci delle Forze Armate colpite da Crimi, Casalino e grillini vari?", chiede Gasparri.

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