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Il Senato vota la fiducia al governo. Via libera al decreto sicurezza

Il provvedimento è passato con 163 sì e 59 no. Ora alla Camera

Carlo Antini
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Il governo incassa la fiducia al Senato sul decreto sicurezza e immigrazione senza sorprese. A differenza dei timori interni alla maggioranza che hanno caratterizzato i giorni antecedenti al voto, l'aula di Palazzo Madama ha dato il via libera al maxi-emendamento del governo, sostitutivo del disegno di legge di conversione del decreto, con 163 voti a favore su 241 votanti (quorum era a 112). La maggioranza M5s-Lega - pari, sulla carta, a 167 senatori - ha perso i cinque senatori dissidenti M5s, ovvero Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Matteo Mantero, Elena Fattori e Virginia La Mura, che non hanno partecipato al voto di fiducia per esprimere la loro contrarietà al decreto targato Lega. Hanno votato, invece, a favore (al di fuori della maggioranza) Riccardo Antonio Merlo e Adriano Cario, eletti all'estero, e l'ex pentastellato Maurizio Buccarella: tutti e tre avevano già votato la fiducia al governo Conte a giugno. Mentre si è astenuto l'altro fuoriuscito M5s che aveva dato la sua fiducia all'esecutivo al suo insediamento, Carlo Martelli (facendo salire i voti a favore a 171). Divise le opposizioni. Pd, Leu e Svp hanno votato contro il decreto, Fratelli d'Italia si è astenuta; Forza Italia non ha partecipato al voto. Esulta Matteo Salvini: « Decreto sicurezza e immigrazione, ore 12.19, il Senato approva. Decreto Salvini, giornata storica», ha festeggiato su Twitter il ministro dell'Interno, che, dopo aver votato al Senato, si è trasferito al Viminale. «È un provvedimento che porta più sicurezza, risparmio, soldi alle forze dell'ordine, più poteri ai sindaci, più telecamere, la pistola elettrica alla polizia locale, quindi sicuramente passerà alla Camera», ha rivendicato il titolare del Viminale. Questo decreto «sarà un primo passo», ha proseguito, «io sto girando come un matto i Paesi di mezzo mondo per accordi su rimpatri ed espulsioni che, chi c'era prima di me, si è scordato di fare». «Da sinistra mi dicono che è un decreto delinquenziale, razzista, fascista e quasi nazista, si mettessero d'accordo tra loro le opposizioni. È un decreto serio, di buonsenso e sulle occupazioni abusive ci sarà finalmente più libertà di manovra per sindaci e prefetti. Poi, capisco chi poteva fare queste cose avendo governo per 2, 3, 5, 6 o 7 anni e non le ha fatte, che si vede arrivare il primo Salvini di turno che in cinque mesi le porta a casa», ha detto. A chi gli chiedeva dei 5 stelle che non hanno partecipato al voto sul dl sicurezza, Salvini ha risposto: «È la democrazia, se hanno cambiato idea rispetto a quello che c'è nel contratto...». Il vice premier leghista ha poi parlato dell'altro nodo sul tavolo del governo, ovvero la proposta di riforma della prescrizione proposta dai 5 stelle, che al momento vede la Lega contraria. «Una soluzione si troverà», ma nell'ambito di «una riforma complessiva del processo penale», ha precisato. Sul fronte delle opposizioni, Pd e FI hanno inscenato proteste con cartelli. Durante le dichiarazioni di voto, i senatori del partito di Silvio Berlusconi hanno esposto in aula cartelli con scritto 'Sì alla sicurezza, no al governò. Mentre i dem, all'inizio della prima chiama del voto di fiducia, si sono presentato in sala stampa a Palazzo Madama con indosso delle t-shirt con scritto Decreto Salvini, meno sicurezza, più clandestini. «Questo decreto è una presa in giro a danni di tutta la comunità nazionale, creando una massa enorme di clandestini», ha attaccato il capogruppo del Pd, Andrea Marcucci.

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