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Toti cita Moretti: con questi dirigenti non vinceremo più

Resa dei conti nel partito di Berlusconi dopo la disfatta a Trento e a Bolzano, dove FI è sparita

Daniele Di Mario
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Dopo il pessimo risultato rimediato alle elezioni per le province autonome di Trento e Bolzano, in Forza Italia parte l'ennesima resa dei conti. A dar fuoco alle polveri per primo è Giovanni Toti. «A Bolzano solo un cittadino, per l'esattezza un cittadino e mezzo, ogni cento ha scelto Forza Italia. A Trento è andata un po' meglio: due cittadini e mezzo ogni cento. Sarà pure stata una campagna elettorale piena di entusiasmo ma l'entusiasmo, evidentemente, non riempie le urne. Non è un campanello dall'allarme, è una sirena che annuncia uno Tsunami. E il grave è che questa sirena suona da tempo mentre la maggior parte della classe dirigente fa finta di non sentire, anzi, si mostra infastidita verso chi fa notare la difficile situazione. Guai a disturbare i conducenti, peccato che siano diretti verso un burrone», scrive su Facebook. «Forse, almeno ora, sarebbe il caso di fermare la macchina e riflettere un attimo: forse i nostri elettori non comprendono perché, dopo aver denunciato per anni lo spread come un imbroglio, ora quasi lo acclamiamo come salvatore della patria. Forse non capiscono perché, dopo aver detto per anni che l'Europa andava cambiata, ora ci prepariamo a schierarci e difendere proprio quell'Europa che volevamo cambiare. Con questa classe dirigente non vinceremo più». Pronta la replica della vicepresidente della Camera Mara Carfagna. «Giovanni Toti - dice - cita Nanni Moretti quando disse "con questi dirigenti non vinceremo più". Ma potrebbe anche citare "Ecce Bombo", opera che al regista riuscì certo meglio dei Girotondi, dove il protagonista si domanda: "Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte, o se non vengo per niente?". Il governatore della Liguria ha scelto di farsi notare per le critiche al nostro partito. Oggi la Lega al governo è in luna di miele con gli elettori, ha spazi di azione e di visibilità che noi di Forza Italia non possiamo avere. Avremmo potuto metterci in scia, accomodarci e approfittare della bolla di consenso di cui gode questo esecutivo, ma avremmo tradito noi stessi e le nostre idee. Non vogliamo che gli elettori di centrodestra, quando i sussidi saranno finiti, i posti di lavoro diminuiti e i risparmi ormai erosi, vengano a cercarci per chiederci conto di queste politiche sbagliate». Mariastella Gelmini, capogruppo di FI a Montecitorio, invece commenta: «Certo, l'uno per cento a Bolzano brucia, ma, caro Toti, non si risolvono i problemi di Forza Italia giocando allo scarica barile. Quando in una famiglia c'è qualcosa che non va, le responsabilità vanno condivise. Non facciamo gli errori del Pd di parlarci addosso mentre il Paese va a rotoli. Forza Italia deve ritrovare con tenacia la sua identità di motore dello sviluppo e della crescita economica, e di movimento legato non solo ai più deboli, ma soprattutto ai ceti produttivi delusi dall'attuale manovra - aggiunge la Gelmini - Dobbiamo avere il coraggio di stare dentro l'Europa, proprio oggi quando la sua difesa è tanto più importante quanto difficile, per cambiarla in profondità, fuggendo dalla tentazione di chi invece sembra scappare in cerca di una poltrona nella casa di Salvini. Al contrario occorre incalzare la Lega quando cede con troppa facilità alla politica dei 5 Stelle sulle materie economiche. È attorno a questi temi che si forgia una classe dirigente matura che si candida a governare il Paese».

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