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Conte: "Sulla riforma fiscale c'è ancora da lavorare"

Il premier alla scuola di formazione politica della Lega: "Sono un populista"

Davide Di Santo
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Il governo lavora al decreto fiscale, anche se le posizioni tra M5s e Lega sembrano ancora distanti, in particolare sulla pace fiscale. Il premier Giuseppe Conte però assicura che si troverà una sintesi: "Dobbiamo provare assolutamente, stiamo lavorando. Stasera ci sarà pre-Consiglio con i ministri a Roma". Conte conferma che domani si terrà il Cdm alle 17, "in cui porteremo all'ordine del giorno il decreto fiscale e il disegno di legge sul bilancio", cornice della Manovra. Il Dpb, che contiene la quantificazione delle misure, deve essere inviato a Bruxelles entro domani. La Manovra invece deve essere trasmessa alle Camere entro il 20 e non è escluso che un secondo Cdm si possa tenere prima di quella data, presumibilmente giovedì.  Domani è previsto anche un vertice di maggioranza prima del Cdm "per concordare gli ultimi dettagli su questi due testi normativi molto importanti", aveva annunciato ieri Conte. Il presidente del Consiglio, dalla scuola di formazione politica della Lega dove è stato accolto da una standing ovation, sottolinea che la riforma fiscale "non la possiamo attuare tutta d'un tratto, ora interveniamo in misura significativa ma sulla pressione fiscale c'à da lavorare ancora perché non è ancora soddisfacente". E aggiunge che "l'Italia cambia marcia", sarà il messaggio che porterà quando riferirà alle istituzioni europee sulla Manovra. "Ho parlato nei giorni scorsi con Merkel, avremo un bilaterale prima del vertice europeo, cosi' faro' con Macron e altri leader", spiega il premier. Secondo Conte, "la legge di bilancio puo' rassicurare l'Ue e i mercati nella misura in cui avremo deliberato quei provvedimenti che poi ci consentiranno, un attimo dopo, di sederci attorno ai tavoli e di interloquire con le istituzioni europee". Sul reddito di cittadinanza, il presidente del Consiglio spiega che il governo sta "pensando a come modulare le offerte di lavoro sulla base della redistribuzione geografica. Sono tutti dettagli che aiuteranno a rendere più o meno efficace la riforma". Inoltre "faremo tesoro anche di qualche inefficienza che si è realizzata in Germania: il reddito di cittadinanza, se realizzato male può essere frainteso è percepito come sussidio assistenziale". Anche il vicepremier Matteo Salvini, chiarisce che il governo non vuole "raccogliere tutto e subito, ma abbiamo tante cose da fare". In diretta Facebook e in collegamento dal Trentino Alto Adige con la scuola politica della Lega a Milano aggiunge: "Sono orgoglioso di questi primi quattro mesi di governo, ma mancano altri 4 anni e mezzo. Le 'renzate' che non voglio fare sono quelle di promettere tanto e raccogliere poco. L'unico errore che non dobbiamo fare e' quello di raccontarcela tra di noi". Ma critiche arrivano dall'opposizione. Il governo Lega-M5s "ha mandato in fumo, in pochi mesi, la fatica di anni degli italiani", attacca Paolo Gentiloni partecipando a Piazza Grande, l'iniziativa organizzata da Nicola Zingaretti per lanciare la sua candidatura. Il nodo ancora da sciogliere è sulla pace fiscale. Da una parte i pentastellati dicono no a un'operazione che potrebbe configurarsi come un vero e proprio condono, dall'altra il partito di Salvini tira diritto con l'intento di portare a casa un provvedimento che sia coerente con quanto promesso. Ieri l'unico a fornire dettagli era stato il sottosegretario alle Infrastrutture, Armando Siri (Lega). Secondo Siri la soluzione potrebbe essere vicina: i contribuenti in regola con il Fisco e che hanno difficolta' economiche potranno sanare il proprio debito vedendosi applicare un'aliquota al 25% sull'imposta dovuta senza pagare interessi e sanzioni. L'altro nodo da sciogliere resta la soglia di debito da fissare entro cui il contribuente che ha un contenzioso con il fisco potrebbe accedere alla sanatoria: il punto di caduta potrebbe essere 200.000 euro. Secondo quanto si apprende la Lega continua a puntare a un tetto di 500.000 euro ma i pentastellati premono per scendere a 200.000 euro. Infine si sta lavorando per allargare lo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro oltre il 2010. Infine e' scontro anche su Alitalia. Salvini attacca il ministro dell'Economia Tria: "Deve fare quello che dice il Contratto di governo. Lo deve rispettare lui come lo rispettiamo noi tutti. Il matrimonio con Ferrovie e' una via percorribilissima, se ci si riesce". Ma si teme che l'Ue possa aprire una procedura di infrazione.

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