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"Reddito di cittadinanza dal 2019"

Luigi Di Maio

Il ministro del Lavoro: "Coperture per aiutare 5 milioni di persone"

Carlo Antini
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«Flat tax, reddito di cittadinanza e superamento della legge Fornero». Luigi Di Maio indica un "tris" di priorità per il governo in vista della prossima manovra. Alla festa del "Fatto quotidiano" il vicepremier prende in mano l'agenda economica: «Le dobbiamo portare avanti perché rappresentano tre categorie di cittadini che sono rimasti indietro per troppo tempo, gli faremo tornare il sorriso». Detta i temi principali su cui concentrare l'attività del prossimo autunno, specificando che sarà lasciato cadere nel vuoto tutto ciò che non è presente nel "contratto" con la Lega. Ad esempio il Tap: «Siamo stati contrari e rimaniamo contrari, troveremo una soluzione». Il ministro dello Sviluppo economico mostra sicurezza anche nell'affrontare un argomento "hot" dell'attualità politica, le stime delle agenzie di rating. Come quella più recente di Fitch, che ha confermato la tripla "B" dell'Italia, rivedendone però al ribasso l'outlook, passato da "stabile" a "negativo", con poche certezze sulla tenuta dell'Esecutivo. «Siamo a un bivio al quale si sono trovati i governi degli ultimi 20 anni: scegliere se ascoltare un'agenzia di rating, che legittimamente fa il suo lavoro, o mettere al centro di cittadini», risponde Di Maio. «Le due cose non devono andare una contro l'altra, ma nel caso sia così sceglieremo sempre gli italiani. Non pensiamo di rassicurare un'agenzia di rating e i mercati e pugnalare gli italiani alle spalle». Ecco perché spinge sul fatto che «il reddito di cittadinanza deve partire nel 2019» e dunque «nella legge di Bilancio bisogna mettere le coperture per aiutare almeno 5 milioni in povertà assoluta a inserirsi lavorativamente». Una "sfida" con il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, che il capo politico M5S vuole assolutamente vincere, soprattutto dopo l'intervista a "Repubblica", in cui il titolare del Mef scaccia i fantasmi: «L'Italia non è fragile, non è il malato d'Europa». Per questo motivo «Fitch, proprio come ha fatto Moody's, rinvia il giudizio in attesa di vedere i programmi approvati» e «il governo - ribadisce l'economista - ha già ripetuto più volte che la stabilità di bilancio verrà rispettata, nelle prossime settimane con la Nota di aggiornamento del Def quelle intenzioni si tradurranno in azioni, e allora lo spread scenderà». Sarà un elemento utile quando si esauriranno gli aiuti della Bce: «L'acquisto di titoli ha riguardato in modo proporzionale tutti i Paesi, e quando cesserà subiremo un contraccolpo, come gli altri». Ma «dopo la pubblicazione dei numeri di bilancio - assicura Tria - chi ha acquistato titoli in questi giorni, con i rendimenti più alti, avrà fatto un affare». Numeri che dovranno contenere anche gli effetti del braccio di ferro con Atlantia per le concessioni autostradali. «Sono passati oltre 15 giorni dal crollo del ponte Morandi, non ho ancora sentito una parola dai Benetton. A gente con questa disumanità non metterei in mano nemmeno questa sedia, figuriamoci le autostrade», ha sottolineato ancora Di Maio. Che spiega: «Non ci stiamo innamorando dell'idea della nazionalizzazione», ma «togliamo ad Autostrade la concessione, è una promessa». Anche questo fa economia.

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