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Nel governo scoppia la grana grandi opere. Lezzi a Salvini: più infrastrutture al Sud

Davide Di Santo
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Nel governo scoppia il caso grandi opere. Ad accendere la miccia, mentre l'esecutivo gialloverde è alle prese con i dossier Tav e Tap, è il ministro per il Sud Barbara Lezzi. "Caro Matteo Salvini, in Italia servono le infrastrutture ed in particolar modo ne hanno estremo bisogno il sud e le aree interne del centro-nord - scrive la Lezzi su Facebook - E' la carenza di questo genere di investimenti che ha provocato una perdita ulteriore di posti di lavoro al sud di 300.000 unità durante gli anni della crisi. Non si è mai osservato il riparto della quota ordinaria degli investimenti per popolazione. Al sud spetterebbe almeno il 34% e siamo a poco meno del 29%. Strade sicure, ferrovie, scuole, ricerca, università, bonifiche, anti-dissesto idrogeologico, energia pulita. Questi sono gli investimenti che l'Italia aspetta".  Sull'alta velocità in Val di Susa e sul gasdotto Tap in Puglia, intanto, il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha risposto ad Alessandro Di Battista che ieri ha chiesto al leader 5stelle Luigi Di Maio di ribadire i "no" alle grandi opere promessi in campagna elettorale. "Ci sono fior di tecnici e di docenti che stanno valutando il rapporto costi-benefici, dai nostri dati sembra che i benefici superino i costi nel caso delle pedemontane, del terzo valico e del Tap, che ridurrebbe del 10% il costo dell'energia per tutti gli italiani", ha detto il leader della Lega alla Stampa. La Tav? "Lì il discorso è più lungo. Bisogna calcolare fino all'ultimo centesimo. Aspetto i risultati degli studi. In linea di massima, culturalmente sono più per fare che per disfare - conclude Salvini -. Se non fare la Tav ci costasse due, tre o quattro miliardi, è chiaro che andrebbe fatta".

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