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Fico dimezzato tra lotta e istituzioni

Roberto Fico

Filippo Caleri
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Uno strano destino quello di Roberto Fico, oggi presidente della Camera dei Deputati, ma per anni capo e riferimento della sinistra grillina, uomo di piazza e di protesta, costretto per ragioni interne a vestire i panni dell'uomo delle istituzioni. E oggi nelle situazione di coloro che son sospesi nella frattura, evidente, tra l'anima governista e quella purista del Movimento Cinque Stelle. Uomo di mezzo, Fico, a cui guarda la sinistra del suo partito per riaffermare l'ortodossia grillina. Ma oggi è l'istituzione e con il dovuto rispetto, il «Vaffa» lo ha incartato e rimesso nel cassetto. Inutilizzabile. E per almeno cinque anni non si potrà esporre. La prima prova l'ha superata. Nessuna dichiarazione partigiana quando il leader Di Maio si è sgolato chiedendo l'impeachment per il presidente Mattarella. Niente. Nemmeno una riga. Ma come si fa a mettersi contro il Palazzo che lui stesso rappresenta? Con in più una spada di Damocle che pende sulla sua testa, anzi una doppia spada, non solo quella di Giggino che rappresenta la parte più conservatrice del Movimento, ma anche quella più movimentista e di battaglia di Alessandro Di Battista. Pronti ad avversarlo, se necessario per conquistare la leadership. Intanto oggi Fico è l'istituzione e, in suo omaggio, sarà... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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