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Elezioni, liste chiuse: ecco tutti i candidati di Roma e Lazio

Silvio Berlusconi

A Forza Italia più collegi del Carroccio nel Nord Italia. Al Sud comandano gli azzurri. Nel Lazio 11 al Cav, 10 a FdI e 5 a Salvini

Silvia Sfregola
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Se FI e Lega sono date quasi alla pari nei sondaggi, non altrettanto avviene nell'assegnazione dei collegi uninominali di coalizione per Camera e Senato. Alle 20 di ieri sono scaduti i termini di legge e Forza Italia avrà molti più candidati di coalizione rispetto alla Lega. Questo potrebbe far sì che FI resti comunque il gruppo parlamentare più consistente del centrodestra alla Camera e al Senato. Un esempio: in Lombardia e Veneto, dove il centrodestra potrebbe far man bassa di collegi uninominali, la Lega, pur essendo numericamente sovrastante in termini di voti, avrà solo 42 candidati nei collegi uninominali contro i 41 collegi degli altri 3 alleati. In Liguria FI avrà 5 candidati uninominali contro 4 della Lega. Ovviamente la musica cambia molto scendendo verso Sud: nel Lazio, ad esempio, FI avrà 11 collegi uninominali e la Lega 5. In Abruzzo 4 a Forza Italia e uno alla Lega. In Calabria 8 a FI e uno alla Lega. Se - come scenario ipotetico - FI e Lega dovessero in futuro dividere le loro strade, le scelte operate oggi nelle varie Corti d'Appello di tutta Italia potrebbero essere decisive per le future maggioranze parlamentari. La presentazione delle liste, come al solito, riserva sorprese. Alcune annunciate, altre più clamorose. In Forza Italia viene decimata la pattuglia ex An: fuori l'ex tesoriere alla Camera per otto anni Laffranco, Aracri, Di Stefano, Giorgetti, Martinelli. Escono alcuni «berluscones» come Carraro e Rocco Crimi, in passato tesoriere del Pdl. Fuori Razzi (ha rifiutato di correre per la circoscrizione Estero), recuperati in extremis Scilipoti (in Puglia) e l'ex Guardasigilli Nitto Palma (in Sicilia). Entrano «uomini azienda» come Cannatelli, Galliani e Mulè (alla fine dirottato in Liguria) e fedelissimi del Cavaliere come Licia Ron- zulli. Ma anche gli uomini più vicini all'ex premier hanno dovuto fare i conti con i cambiamenti dell'ultima ora: il nipote di Vespa in un primo momento era capolista nel proporzionale in Abruzzo, si è ritrovato in un collegio non blindatissimo nel Lazio. A rischio anche l'ex tesoriera Rossi. Nessun soccorso ai verdiniani («ma il leader di Ala non andrà certo in pensione, vediamo cosa succederà», riferiscono i fedelissimi di Denis). Anche chi da Ala è rientrato in FI non è stato ricandidato. «Avrebbero potuto farmi perlomeno una telefonata - lamenta per esempio Enrico Piccinelli - a Bergamo hanno preferito mettere l'autista di Fontana». Rientrano nel centrodestra a pieno titolo esponenti di Noi con l'Italia come Romano, Fitto (capolista nel proporzionale in Puglia), Cesa, Costa, Quagliariello, anche Roccella. L'Emilia Romagna è... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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